La parola schiavitù dovrebbe essere solo un brutto ricordo del passato. Purtroppo non è così. Anzi …
Un incubo che purtroppo non è mai andato via. La schiavitù ancora oggi schiaccia i più deboli e vulnerabili. A ogni livello, sia per abuso e sfruttamento sessuale che per lavori forzati. E non ci sono confini a limitarla. A volte anche all’interno di qualche famiglia.
Alcune storie e dati, anche raccapriccianti, che dovrebbero farci riflettere.
Nel 2006 una tanzaniana viene fatta andare a Londra con la promessa di un lavoro di sei ore al giorno, per pagare gli studi alla figlia nel proprio paese, ma viene privata “del passaporto, della possibilità di comunicare con i familiari e della libertà”. Malnutrita e obbligata a fare i lavori domestici dalle 6 del mattino fino anche a mezzanotte. Le condizioni in cui viveva sono classificabili come quelle di “schiavitù”. Gli investigatori dicono si tratta della prima volta che qualcuno viene perseguito per traffico di schiavi per lavoro domestico.
Nel 2005 due americani, marito e moglie, vanno nello Swaziland e invitano una ragazza del posto per organizzare i preparativi di un matrimonio negli Stati Uniti. In realtà la costringeranno a lavorare a casa loro sotto minaccia.
La schiavitù non è scomparsa, ma è più difficile riconoscerla. Se si pensa che circa un miliardo di persone sopravvivono con un dollaro al giorno.
Proprio mercoledì, una notizia sconvolgente. È stato scoperto in provincia di Caserta che due bambine venivano abusate sessualmente in famiglia. Tutta la famiglia era coinvolta. Padre, zio (che pagava il padre per violentarle), e anche la sorella maggiore con il fidanzato abusavano di queste due bambine. All’epoca dei fatti di 10 e 15 anni.
"Non siamo né buoni né perfetti né, tantomeno, migliori degli altri. E questo, ovviamente, si deve al fatto che viviamo in un mondo dove la bontà e la perfezione sono un semplice presupposto. Ma se cerchiamo di essere un po’ meno cattivi di quello che siamo, questo significa che abbiamo già fatto un passo importante verso la costruzione di un mondo migliore per noi stessi e per le generazioni che verranno." Jean-Paul Malfatti
"Non siamo né buoni né perfetti né, tantomeno, migliori degli altri. E questo, ovviamente, si deve al fatto che viviamo in un mondo dove la bontà e la perfezione sono un semplice presupposto. Ma se cerchiamo di essere un po’ meno cattivi di quello che siamo, questo significa che abbiamo già fatto un passo importante verso la costruzione di un mondo migliore per noi stessi e per le generazioni che verranno." Jean-Paul Malfatti