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Stati Uniti, esce dal braccio della morte dopo 30 anni

Chi tiene i conti, come il Death Penalty Information Center, riferisce che si è trattato del ritorno in libertà dal braccio della morte n. 197 da quando, nel 1976, la Corte suprema federale autorizzò la ripresa delle esecuzioni capitali.

Mercoledì 27 febbraio la giudice Barbara Dermott ha approvato la richiesta della procura distrettuale di Philadelphia, la capitale dello stato della Pennsylvania, di annullare le accuse di omicidio di primo grado, incendio doloso e aggressione aggravata nei confronti di Daniel Gwynn, che ora ha 54 anni e che ne ha passati 30 nel braccio della morte.

Gwynn era stato condannato alla pena capitale nel 1994 per l’omicidio di Marsha Smith. La sua confessione, emerse in seguito, era stata estorta con forti pressioni e minacce durante gli interrogatori. La pubblica accusa aveva prove su una persona diversa da Gwynn ma ci si basò sulla confessione dell’imputato, sebbene nelle fotografie dei sospetti mostrate ai testimoni la sua non c’era proprio.

Le parole dell’attuale procuratore distrettuale, Larry Krasner, sono eloquenti:

“L’esonero di Gwynn è il triste simbolo di un’era di politiche inesatte, e a volte corrotte, in tema di ordine pubblico e di procedimenti giudiziari. Quando un innocente viene arrestato, processato e condannato, il colpevole la fa franca ed è lasciato libero di fare ulteriori danni”.

Con ogni probabilità, il vero assassino di Marsha Smith sta scontando l’ergastolo, ma per un altro e successivo reato.

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