Stati Uniti, cresce la dipendenza da welfare
Cresce la quota di popolazione statunitense che trae significativa parte di reddito da erogazioni pubbliche e la cui rappresentanza è affidata ai Repubblicani. Una spesa pubblica politicamente incomprimibile minaccia anche il dollaro
Il Wall Street Journal riporta i risultati di una ricerca del think tank bipartisan Economic Innovation Group (EIG), secondo cui negli Stati Uniti l’affidamento al supporto del welfare è in costante aumento, spinto dai tre maggiori programmi: Social Security, Medicare, Medicaid. Questo sostegno è decisivo in molte comunità economicamente depresse del paese, molte delle quali tendono a votare per i Repubblicani e spesso si trovano negli stati chiave per l’esito delle elezioni presidenziali.
Evoluzione storica impressionante
L’evoluzione storica dell’affidamento al welfare è impressionante. Definendo le contee più dipendenti da sostegno pubblico come quelle dove i programmi di sicurezza sociale e assistenza governativa rappresentano almeno il 25 per cento del reddito personale, il think tank osserva che la loro incidenza è passata da meno di 1 per cento nel 1970 al 10 per cento dell’anno 2000 sino al dato del 2022, che mostra come il 53 per cento delle contee statunitensi si trovino nella fascia di elevata dipendenza dal welfare.
Con l’invecchiamento della popolazione americana e il declino dei centri manifatturieri, sempre più contee hanno iniziato a contare su questo sostegno governativo per una parte significativa del loro reddito totale. Per la sua analisi della spesa pubblica, EIG ha utilizzato una definizione governativa di reddito che include la spesa per programmi ai quali gli americani contribuiscono, come Medicare e Social Security. Anche un altro importante programma sanitario governativo—Medicaid—è incluso.
L’analisi comprende anche indennità di disoccupazione, buoni alimentari, il credito d’imposta per il reddito guadagnato (EITC, Earned Income Tax Credit), benefici per veterani, borse di studio Pell, pagamenti dell’era Covid e altri aiuti al reddito. Gli stati contribuiscono al finanziamento di alcuni di questi programmi, come nel caso del Medicaid, ma il governo federale copre circa il 70 per cento del costo totale.
Sussidi pubblici per stato
L’analisi di EIG non include altri modi in cui la spesa pubblica si riversa sul territorio, come sussidi agricoli o basi militari. La spesa di welfare rappresenta una quota grande e crescente del debito nazionale, criticità che tuttavia viene ignorata dai candidati presidenziali, che anzi propongono piani di ulteriore spesa. Donald Trump vorrebbe rendere esentasse i pagamenti della Social Security mentre Kamala Harris vorrebbe espandere l’EITC e prorogare i sussidi dell’Obamacare che stanno per scadere.
I dati spiegano agevolmente queste posizioni. Pur essendo mediamente di dimensioni limitate, nelle contee più dipendenti dal welfare vive quasi il 22 per cento della popolazione statunitense. La crescita delle erogazioni in queste contee è stata molto più concentrata nei luoghi che votano per i Repubblicani o che si sono spostati in quella direzione.
La fine dei Repubblicani conservatori fiscali
La mappa della spesa pubblica aiuta anche a spiegare l’ascesa di Donald Trump. Non solo ha promesso di rivitalizzare le comunità economicamente stagnanti d’America, ma anche di proteggere la Social Security e il Medicare da “anche un solo centesimo” di tagli. Questa posizione segna il definitivo distacco dalle posizioni storiche dei Repubblicani. Non solo non è più tempo per i Tea Party (quello è finito da molto, sostituito dal nativismo), e i Paul Ryan, ma anche per le posizioni Repubblicane più “classiche”, quelle di conservatorismo fiscale “pragmatico”, quello che non disdegnava di alzare le tasse in caso di bisogno, per poi ridurle quando possibile.
Molte delle contee a maggiore dipendenza dal welfare si trovano nei cosiddetti swing states, in bilico nel voto presidenziale: circa il 70 per cento delle contee in Michigan, Georgia e Carolina del Nord dipendono significativamente dal reddito governativo. Lo stesso vale per quasi il 60 per cento delle contee in Pennsylvania. In Arizona, 13 delle 15 contee statali fanno pesante affidamento sul reddito della rete di sicurezza. Misurato in un altro modo, oltre il 44 per cento dei residenti del Michigan vive in contee che dipendono significativamente dai programmi governativi. In Arizona, Pennsylvania e Carolina del Nord, più di un terzo delle popolazioni vive in tali contee.
Nell’articolo del WSJ si cita il caso di Johnstown, in Pennsylvania, dove Trump si è recato in tutte le sue tre campagne presidenziali. Ex polo siderurgico, la città e la circostante Contea di Cambria hanno perso posti di lavoro mentre l’industria collassava, portando alla chiusura delle attività e alla emigrazione. La città ha perso più della metà della sua popolazione dal 1970. Il numero dei lavoratori è diminuito di oltre il 10 per cento dal 2000. Anche il numero di imprese commerciali è diminuito.
In attesa della rinascita, gli elettori nella contea di Cambria hanno sostenuto sempre più candidati repubblicani per la presidenza. Trump nel 2020 ha ottenuto il 68 per cento dei voti. Ben il 35 per cento del reddito della contea proviene da pagamenti federali e statali della rete di sicurezza sociale e programmi sociali, una delle quote più alte nello stato.
Praticamente opposto, anche politicamente, il caso della contea di Wake, North Carolina. In robusta crescita e sede della capitale statale Raleigh, la contea più grande della Carolina del Nord fa affidamento sul supporto governativo per solo circa il 10 per cento del reddito. Tra le cause, la bassa incidenza degli over 65 (solo il 13 per cento dei residenti). Nella contea, sono nati all’estero il 14 per cento dei residenti, all’incirca in linea col dato nazionale. I dati dell’EIG mostrano che le contee con più immigrati tendono a fare meno affidamento sui programmi governativi, mentre le contee con piccole popolazioni nate all’estero tendono a fare maggiore affidamento su questa spesa pubblica. Dal 2008, la contea ha sostenuto i Democratici per la presidenza mentre diventava progressivamente più blu. Biden ha ottenuto il 62 per cento dei voti nel 2020.
Repubblicani e assistiti
Il disordine fiscale minaccia il dollaro imperiale
La spesa pubblica per affrontare la povertà contribuisce anche alla tendenza all’aumento dell’affidamento, specialmente durante le recessioni economiche. Ma la povertà negli Stati Uniti è rimasta relativamente stabile mentre la popolazione invecchia. Nel frattempo, i costi legati all’invecchiamento della popolazione stanno aumentando.
Oggi oltre il 17 per cento degli americani hanno almeno 65 anni, contro il 10 per cento circa del 1970. La spesa per questi programmi ha superato il reddito che le persone guadagnano da altre fonti, secondo l’analisi dell’EIG. Nel frattempo, la pressione derivante dall’invecchiamento non è attesa diminuire: entro il 2060 quasi un quarto degli Stati Uniti avrà almeno 65 anni, secondo le proiezioni del Census Bureau.
La sintesi? I costi del welfare crescono e stanno rapidamente diventando politicamente incomprimibili, per entrambi i partiti. Inoltre, malgrado la forte immigrazione, i costi dell’invecchiamento pesano in modo crescente sui conti pubblici. Considerando lo sforzo militare e la crescita della spesa per interessi, il rischio che gli Stati Uniti prendano una traiettoria di insostenibilità del debito non può più essere escluso. Il futuro del dollaro, come strumento di proiezione di potere imperiale, appare minacciato. Al di là della sua saldezza odierna.
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