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Springsteen a Firenze: dancing in... the rain con il Boss

Ci sono cose che hanno un potere enorme nel suscitare emozioni, allegria, gioia e di queste una è senz’altro la musica. Se poi è la musica suonata, cantata, sospirata e urlata dal Boss Bruce Springsteen, beh, allora c’è da essere sicuri che le emozioni sono fortissime! 

Al di là della retorica, dei confronti su quale sia mai stato il suo concerto migliore, se è o non è il migliore rocker di tutti i tempi, quello che Springsteen ha tenuto a Firenze è stato veramente particolarissimo, prima di tutto per la sua grande generosità nell’offrirsi al pubblico e per la passione che comunica di essere lì e di cantare e suonare con una grinta e un’energia che contagia tutti.

La sua voce graffiante, arrabbiata, potente, ma anche dolce a tratti, si leva nella ventosa e grigia notte fiorentina e appena le prime note partono è già chiaro a tutti che non è possibile stare seduti, nè in maratona o in curva Fiesole e nemmeno in tribuna! Springsteen sprigiona passione in ogni suo gesto e espressione, trascina e si lascia trascinare dall’entusiasmo e dalla gioia che sente intorno a lui ed è un crescendo, man mano che le note e le canzoni si snocciolano sotto la pioggia.

Già, la pioggia! Avrebbe potuto rovinare tutto e invece è stato l’elemento in più che ha aggiunto una nota di follia a questa notte fantastica. Incomincia a piovere piano poco dopo l’inizio del concerto, ma nessuno ci fa caso e man mano che la forza di Springsteen riempie l’aria, la pioggia diventa sempre più forte e insistente, quasi come il ritmo della musica, incalzante, senza soste. Non si concede pause, il Boss, e ovviamente nemmeno i suoi musicisti, e tra loro e lui sembra esserci un’intesa, un legame profondo che li fa essere tutt’uno nel creare un’atmosfera che si potrebbe definire magica, senza timore di esagerare.

Bruce sembra mordere la vita con la sua musica a volte disperata, a volte dolente, a tratti soul, ma senza alcuna intenzione di arrendersi o cedere al dolore e alla sofferenza ma anzi trovando nelle vibrazioni delle note la forza del riscatto. E il cielo, che tutti avremmo voluto sereno e stellato per una notte come questa, invece di starsene placido a guardare dall’alto e far da cornice all’emozione di tutti, decide di partecipare con la sua pioggia sottile e poi via via più forte, bagnando tutto e tutti e anche il Boss, che si lascia baciare e accarezzare dall’acqua, accogliendola quasi con voluttà. E’ stato come se la natura avesse voluto prendere parte fisicamente, creando una scenografia supplementare con le gocce d’acqua che, illuminate dai riflettori, sembravano miliardi di coriandoli di luce scesi a benedire quel fantastico mix di suoni, voci, emozioni, danza.

Alla fine è stato come partecipare ad un rito purificatore, antico ma modernissimo al tempo stesso, nel quale tutti si possono ritrovare all’insegna di una passione comune. Se, come ha sottolineato Assante dalle pagine di Repubblica, il rock ha una funzione, è proprio quella di unire attraverso le emozioni, con la creazione di una simbiosi magica tra musica, musicisti, pubblico e perché no... la pioggia!

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