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Sposarsi meno per sposarsi meglio: 10 regole per un matrimonio da favola

Il matrimonio non è un contratto a tempo indeterminato, o un accordo finalizzato alla convivenza tra due persone, tantomeno una splendida giornata da incorniciare con mille foto: il matrimonio è una scelta di vita definitiva. Almeno dovrebbe essere considerata come tale, un punto di non ritorno.

Non possiamo pensare di salvare il matrimonio rendendone più semplice la separazione o più rapido il divorzio, questi sono legittimi interventi correttivi a seguito di un errore commesso, ci sta che si possa pensare di porre rimedio all'errore, ma ci sta ancor più porsi l'obiettivo di evitare che quell'errore si compia con troppa facilità. Rimediare agli errori a posteriori non è mai cosa saggia, meglio sarebbe creare degli strumenti per non commetterli o commetterne meno.

Per una coppia giovane o meno giovane, il matrimonio dovrebbe essere considerato un punto di arrivo e non un punto di partenza, sposarsi dovrebbe essere l'esito di una scelta consapevole maturata nel tempo, dopo un importante periodo di convivenza, anche con figli, durante il quale un singolo individuo può essere in grado di comprendere se unirsi per sempre all'altro rappresenta un valore aggiunto alla propria esistenza o un limite.

Il matrimonio sancisce una sorta di promozione dopo la scuola della convivenza e porta alla creazione della cellula sociale più importante: la famiglia. Partirei da qui: salvando il matrimonio salviamo la famiglia e salvando la famiglia salviamo la società.

Per rendere ufficiali le unioni e le convivenze, salvaguardando e preservando l'obiettivo matrimonio come scelta definitiva dopo un percorso comune, basterebbe rivalutare il fidanzamento ufficiale. Il fidanzamento è l'anticamera naturale del matrimonio e iniziazione alla convivenza. Se si vuole ufficializzare con amici o parenti la propria unione, se si vogliono fare mille foto con la torta, se si vuole mettere un bel vestito e trascorrere una giornata al centro dell'attenzione, si può organizzare una bella festa di fidanzamento. Il matrimonio deve diventare qualcosa di più, molto di più, quasi un punto di non ritorno, una decisione difficile e meravigliosa, la scelta finale di un singolo individuo dopo un percorso comune.

L'obiettivo da raggiungere è quello di tanti fidanzamenti e molti anche sfidanzamenti, ma soprattutto meno matrimoni e molte meno separazioni. La Chiesa dovrebbe sottoscrivere un risultato simile, dovrebbe farlo se avesse la volontà reale di salvare e salvaguardare il matrimonio. Sposarsi non è un obbligo ma una meravigliosa possibilità.

A margine di quanto espresso potremmo elencare le 10 regole:

1. Non è auspicabile sposarsi prima di aver compiuto 30 anni. Troppo presto per una decisione così importante e definitiva.

2. Ufficializzare l'unione di due persone con il fidanzamento. Da qui parte la convivenza.

3. Sarebbe consigliabile una convivenza di almeno sette anni, anche con figli. In un percorso così lungo e ostico arriverebbero al traguardo solo coloro che lo desiderano davvero.

4. Evitare di sposarsi se nel periodo di convivenza si sono manifestati casi di violenza, sopraffazione o possesso. Possedere è il contrario di amare.

5. Utilizzare il periodo di convivenza per affinare e se possibile migliorare i rapporti con le rispettive famiglie. Compreso lo staccarsi e non dipendere dalla propria.

6. Utilizzare il periodo di convivenza per far emergere i reciproci lati negativi e comprendere se si è disposti ad accettarli senza traumi.

7. Vivere il periodo di convivenza con altruismo. La convivenza comporta quasi sempre delle rinunce.

8. Utilizzare il periodo di convivenza per crescere e migliorarsi. Ognuno ha sempre qualcosa da dare all'altro.

9. Creare attesa. Arrivare al punto di desiderare il matrimonio con tutto se stessi e più di ogni altra cosa al mondo: questo è il momento giusto.

10. Utilizzare il periodo di convivenza per decantare i sempre spinosi problemi economici. Equilibrio finanziario di coppia.

 

Foto: Darren Litz/Flickr

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