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Sostenitori dell’uscita dall’Euro: "Perdonali, o Signore, non sanno quel che dicono"

Da quando Berlusconi ha iniziato a cavalcare, da pusillanime, l’onda anti euro divenuta col tempo cavallo di battaglia della Lega Nord e, guarda caso, del movimento grillino e delle destre in genere, appaiono sul tavolo da gioco della politica opinioni che, con cadenza costante, tentano di produrre argomenti a discredito della moneta unica, inneggiando ad un ritorno alla lira.

Basta leggere certi interventi per comprendere quanto gli estensori dei brani in questione appaiano incompetenti al punto da destare ilarità, più che sconcerto, per la pochezza di analisi in materia. Tentiamo di sintetizzare l’affermazione con argomenti.

Quanti ricordano che il “trapasso” dalla lira all’euro fu gestito dal governo Berlusconi seguito alla caduta del governo Prodi? Pochi, anzi, quasi nessuno, perfino a sinistra. Eppure fu proprio Berlusconi a trattare con l’allora capo della più potente associazione dei commercianti la non interferenza sull’applicazione dei prezzi post euro. Quel presidente dei commercianti finì, poco dopo, nelle patrie galere.

Intanto, però, il cambio lira-euro divenne il ben noto “mille lire uguale un euro”, circa il doppio del cambio ufficiale, senza che l’allora governo Berlusconi muovesse neppure un mignolo per contrastare la squallida quanto speculativa operazione e punire i responsabili, riportandoli alla norma. Caso unico in tutta l’Europa d’area euro.

Nonostante il “regalo”, purtroppo non l’unico, di Berlusconi agli italiani, l’euro ha portato in dote una stabilità dei tassi d’interesse mai conosciuta dall’Italia fin dagli anni sessanta del secolo scorso. I giovani forse non hanno memoria del passato, ma sappiano che chi scrive ha pagato per venticinque anni un tasso d’interesse sul mutuo di ben il 12% (dicasi dodici per cento). Ebbene, oggi ci si lamenta, forse a ragione, di tassi tra il cinque e il sei per cento, pure meno per gli indicizzati.

Ancora, le rendite finanziarie sui titoli di Stato toccavano, sotto la gloriosa lira, l’otto, dodici, quattordici per cento a seconda della scadenza. Qualche risparmiatore senza cervello esclamerà: “Allora sì che era bello, mica ora col quattro per cento sui decennali”. Sì, era tanto bello che ancora oggi ne paghiamo le conseguenze con un debito pubblico da fallimento.

Queste sono solo due riflessioni tra le più immediate in termini di comprensione. Tornare oggi alla lira, col nostro debito pubblico e il rapporto col PIL, per quanto quest’ultimo parametro sia più che discutibile e certamente contestabile, costituirebbe per gli italiani la catastrofe. Si operino due calcoli, seppur edulcorati a dovere, su detti parametri e si scoprirà che i tassi sui mutui schizzerebbero oltre il venti per cento e i titoli di stato decennali si assesterebbero ben oltre il quindici per cento. Qualcuno vuole contestare queste cifre? Ebbene, vada a parametrare i dati odierni con quelli degli anni settanta per scoprire che, in fin dei conti, appaiono persino frutto d’ottimismo.

A ragion del vero, c’è da dire che l’Europa, ossia il governo europeo di centro-destra, non fa nulla per sostenere l’euro e la sua ragion d’essere. L’allemanno-centrismo rischia di creare danni incalcolabili a tutti gli stati d’area euro. Qui diviene imperativa la verifica della forma istituzionale dell’Europa. Non è possibile sostenere un’unione con dentro gli Stati dell’area euro e gli altri con monete nazionali, Gran Bretagna in primis.

Si impone una decisione drastica: un governo e un parlamento unitari dell’area euro e, separata e con competenze ben diverse, un’assemblea comprendente anche gli Stati non euro. Tanti problemi troverebbero soluzione, alla faccia degli euro-scettici e dei disfattisti per i quali continua a valere l’equazione del “Tanto peggio, tanto meglio” alla Grillo, alla Berlusconi e a tutta la destra strapaesana che li circonda e li adora.

Foto: Flickr/NACHO

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.110) 8 marzo 2014 12:34
    E’ talmente fasullo e fazioso questo articolo, che non meriterebbe neppure di essere letto.
    Tuttavia, non per l’autore che è chiaramente in malafede, tanto da addebitare la colpa a Berlusconi dell’adesione all’euro (forse l’unica responsabilità che il caimano non ha, essendo stato sempre diffidente verso qualsiasi provvedimento non nato e gestito da lui), ricordo a me stesso e a chi mi legge che la " stabilità dei tassi d’interesse" tanto decantata dall’articolista e dai tanti (sic) come lui, è uno specchietto per le allodole, assodato che nella pratica ci ha portato a questa situazione in cui le banche non erogano crediti, piccole e grandi imprese muoiono come mosche, la compravendita di abitazioni è bloccata e l’economia del Paese muore di asfissia.

    • Di enzo sanna (---.---.---.149) 8 marzo 2014 13:24
      enzo sanna

      Se lei sapesse leggere e, soprattutto, comprendere ciò che legge prima di commentare, avrebbe evitato di attribuire al sottoscritto affermazioni non contenute nell’articolo. Non ho scritto che Berlusconi sia stato artefice dell’adesione all’euro, bensì che abbia colpevolmente e scientemente evitato qualsiasi controllo sull’applicazione del cambio della moneta unica sui mercati, col conseguente danno per tutti noi. Le sfugge ancora la differenza? Circa lo "specchietto per le allodole" dei tassi, si faccia due calcoli, peraltro facili facili! Qualora la sua calcolatrice menta, ebbene, riprovi...

    • Di (---.---.---.192) 8 marzo 2014 19:07

      Non ho capito, lei sta attribuendo al governo italiano - il quale, è bene ricordarlo, dispone di strumenti di politica fiscale (strumenti estremamente limitati dai trattati europei) - di non avere attuato politiche monetarie utili a controllare i prezzi sul mercato? Poi non ho capito questo suo discorso sui tassi d’interesse... Siccome la fissazione del tasso d’interesse è una chiara FUNZIONE DI MONOPOLIO della banca centrale, quest’ultima può manipolarli come vuole. Quindi anche qui non si capisce da dove scaturirebbe il vantaggio di stare nell’euro dal momento in cui anche la Banca d’Italia in regime di sovranità monetaria aveva ogni strumento atto a portare i tassi d’interessi sino a zero. Notare che proprio per questo motivo, sono sempre di piu’ le voci che in ambito accademico propongono l’adozione di una permanente politica di tassi zero da parte delle banche centrali, ad esempio vedasi in proposito questo sintentico paper in inglese di Warren Mosler e Mathew Forstater qui: http://goo.gl/ArgnEe e la relativa traduzione in italiano qui: http://goo.gl/jmXuGU

    • Di enzo sanna (---.---.---.149) 8 marzo 2014 19:42
      enzo sanna

      Oddio! Per cortesia , mi esponga una qualche ragione sulla quale poter disquisire. Come diceva una famosa conzone: "Tutto il resto è noia". La ringrazio se vorrà aderire al mio appello.

    • Di (---.---.---.192) 8 marzo 2014 21:27

      Come, non ha capito? Le ho appena scritto che la fissazione dei tassi d’interesse E’ FUNZIONE DI MONOPOLIO da parte della banca centrale. Il che significa che non esiste alcuna differenza operativa tra euro o nuova valuta nazionale su questo punto: in ambedue i casi, cioè, è sempre e solo la banca centrale che MONOPOLISTICAMENTE decide sui tassi. Detto termini ancora piu’ chiari, il tasso del 12% sul mutuo che lei anni fa pagava non era causato dalla lira bensì dalla politica sui tassi d’interesse applicata dalla banca centrale (in quel caso dalla Banca d’Italia cioè), per cui in caso di uscita dall’euro e di ripristino della sovranità monetaria per mezzo dell’emissione di una nuova valuta nazionale il tasso d’interesse pagato sui mutui può tranquillamente essere fissato attorno allo zero. Capisce ora perché questo articolo che lei ha scritto è completamente fuori fase dal punto di vista economico? Un rischio c’è però ed è che se coloro, che gestiscono il passaggio da euro a nuova valuta nazionale, non capiscono il funzionamento dei sistemi monetari e della fissazione del tasso d’interesse, allora questi signori sì che possono alzare i tassi ma si tratterebbe esclusivamente di una "PROFEZIA AUTO-REALIZZANTE", causata cioè da credenze economiche degne di negromanti vodoo tipo quelle da lei espresse nel suo articolo.

    • Di (---.---.---.164) 9 marzo 2014 00:42

      Un articolo scritto per educare che poi finisce per disinformare! Lei incomincia la storia dell"entrata dell’Euro con B. Quando invece incominciò col disonesto Prodi poi seguito dall’altro disonesto B. che fu, come lei ha giustamente scritto, responsabile dell’emissione dell’Euro in Italia. 


      Ma si impenna e non delucida i fatti riguardante i trattati di Maastricht e Lisbona che hanno reso l’EURO un’impossibile moneta, specialmente per i PIIGS, con cui amministrare la VERA economia di paesi troppo deboli ad operare nei coscritti della UE. Lei é un "disinformatore" e, a mio avviso, un giornalista disonesto! 

      La storia già giudica ciò che ho nominato ma nessuno se la legge e al meglio si azzardano ad interpretarla, spesso ri-inventandola per impuri fini propagandistici! :(( 
  • Di (---.---.---.21) 8 marzo 2014 14:31

    Intanto per com’è strutturato l’articolo, in maniera quasi offensiva nei confronti degli euroscettici (poi si criticano i modi di fare di Grillo) non meriterebbe di essere preso in consideraizone, così come quel rozzo urlatore di Grillo (CIT.) L’italia comunque dovrebbe essere un apese democratico, che sia un bene o meno uscire dall’euro è giusto che siano gli italiani a deciderlo col voto, qualsiasi sia il loro livello d’istruzione, dato che non ci si pongono questi problemi quando si votano i politici sbagliati. E per la cronaca diversi premi nobel in economia non sono a favore dell’euro. Si faccia un paio di domande.

    • Di enzo sanna (---.---.---.149) 8 marzo 2014 15:04
      enzo sanna

      Mi sono già fatto le domande e ho cercato, se non proprio trovato, le risposte, come può dedurre dall’articolo. Non pretendo di rappresentare alcuna "verità assoluta", ma, mi creda, i calcoli mi danno ragione. Se poi i presupposti su cui si basano risulteranno errati, sarò pronto a "prostrarmi" di fronte a chi li saprà contestare e, sopreattutto, saprà dimostrarne l’inesattezza.

    • Di vittorio (---.---.---.128) 8 marzo 2014 20:03

      Può citarne almeno uno di questi premi Nobel, indicando chiaramente gli argomenti economici da lui sostenuti contro l’euro per l’Italia di domani ? Grazie

    • Di (---.---.---.192) 8 marzo 2014 22:00

      «Adottando l’Euro l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica.» Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia 2008. Citazione tratta da qui: http://goo.gl/gteWld

  • Di (---.---.---.46) 8 marzo 2014 15:48

    Un altro "economista" amatoriale... e pure quisling.

  • Di (---.---.---.133) 8 marzo 2014 19:17

    Paolo M

    Per uscire dall’Euro l’Italia dovrebbe essere una nazione totalmente autosufficiente, cioè non avere necessità di importare merci e/o servizi dall’estero. Ciò non è possibile, perché l’Italia non ha materie prime indispensabili per la sua sopravvivenza (petrolio, gas, e tante altre materie prime) Quindi dovremmo importarle a costi esorbitanti, dato che la nostra ipotetica moneta nazionale sarebbe pesantemente svalutata ed il bilancio fra esportazioni ed importazioni sarebbe disastroso.

    Naturalmente valgono tutti gli argomenti esposti da Enzo Sanna, in particolare sulle conseguenze sui mutui, prestiti, ecc. Le banche sarebbero senz’altro più disposte a concederli, ma a interessi stratosferici!

    Ricordo infine che i contributi che l’Italia eroga alla UE sono inferiori a quelli che l’UE ci da.

    Un referendum contro l’Euro sarebbe votato ovviamente da tutti gli italiani, compresi grillini, leganordisti, destrorsi fanatici, ecc. Per favore teniamoci stretto l’Euro!

    • Di enzo sanna (---.---.---.149) 8 marzo 2014 19:36
      enzo sanna

      Signor Paolo M, mi ha letto nel pensiero. Concordo in pieno con le sue considerazioni.

    • Di (---.---.---.110) 8 marzo 2014 19:47

      Alcune considerazioni.

      1) nessuna nazione, e direi anche nessuna aggregazione umana, è totalmente autosufficiente. Ne potrebbe esserlo, a prezzo della propria auto-emarginazione (ricorda qualcosa la parola AUTARCHIA?) 
      2) la concessione di prestiti e mutui risponde alle leggi della domanda e dell’offerta: e laddove c’è sovranità monetaria, lo Stato ha possibilità di intervento e di controllo che noi oggi non abbiamo, tant’è che il credito è fermo. E comunque, meglio credito ad alti tassi, piuttosto che nessun credito.
      3) Quanto ai contributi UE, forse sarebbe vera l’affermazione se i nostri politici fossero in grado di approfittarne. Il guaio è che troppo spesso tali contributi vengono persi in gran parte, perchè non c’è alcuna attenzione e stimolo per utilizzarli.
      4) resto sempre stupito quando leggo questi articoli nei quali l’autore, dopo aver elencato tutti i danni che abbiamo subito e continuiamo a subire dalla moneta unica, concludono inaspettatamente con l’auspicio di tenerselo, per paura di esiti apocalittici. Mi verrebbe da dire "meglio una fine spaventosa, che uno spavento senza fine", ma sono convinto che non ci sarebbe nessuna fine. Come sono convinto che ci arriveremo comunque quando altri (chi?) decideranno che è venuto il momento di lasciarci affogare. E allora, certo non sarebbe indolore, ma meglio prendere una nostra strada e cercare di governare il fenomeno, che farsela imporre e governare da altri. 
  • Di vittorio (---.---.---.128) 8 marzo 2014 19:58

    Sinora non ho ancora mai sentito un solo argomento serio e solido a giustificazione della proposta di uscire dall’euro e, pur essendo un comune cittadino, mi sento in grado di confutare quelli che mi venissero indicati chiaramente, punto per punto.

    Purtroppo nuovi tribuni irresponsabili (cioè che non devono governare aziende o nazioni) pronunciano slogan populistici anti euro per raccattare voti tra i tanti italiani "semplicemente" incazzati, poco lucidi e competenti e quindi pronti a credere anche ai pifferai.

    "Non Perdonarli, o Signore, sanno che è fasullo ciò che dicono, ma lo dicono per esclusivo opportunistico calcolo elettorale (infatti se mai dovessero governare si guarderebbero bene dal prendere la responsabilità di uscire dall’euro portandoci al default dell’Argentina che pur avendo svalutato il debito del 70% sta nuovamente colando a picco con il suo amato peso).

    Come ben detto nell’articolo assai lucido ed utile, per salvarci dal progressivo declino (non solo noi italiani ma l’europa tutta) dobbiamo realizzare una federazione sufficientemente unita, innovativa e forte per poter competere ad armi pari con altre federazioni potenti (e guarda caso in crescita !) come USA, Cina, Russia, Brasile, ecc.

     

    • Di (---.---.---.192) 8 marzo 2014 21:35

      Scusi, eliminare la disoccupazione in modo definitivo, per sempre e una volta per tutte non le pare una motivazione sufficientemente forte? L’euro è una moneta creata appositamente per provocare disoccupazione, l’euro è cioè un fomentatore di disoccupazione, un generatore di disoccupazione. Per cui, al fine di ottenere la piena occupazione è necessario eliminare l’euro, il quale è attualmente la massima causa di disoccupazione su tutto il Continente Europeo.

  • Di (---.---.---.73) 8 marzo 2014 20:13

    Non si può paragonare i tassi d’interesse degli anni ’70 con quelli attuali: sono due situazioni completamente diverse. Un leggero parallelo si può fare con l’Argentina che, dopo aver intrapreso una strada valutaria "solitaria", NON ha visto schizzare in alto l’inflazione come molti predicevano. Tuttavia, Italia e Argentina sono paesi diversi, come sono diverse le situazioni di ora e di 40 anni fa.

    In ogni caso l’Euro, senza che sia colpa dell’Euro ma di tutto quello che gli gira intorno, ci ucciderà economicamente e politicamente. Con buona pace di coloro che dicono che non si può uscirne.

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