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Sondaggio freeskipper: gli spot di Renzi scatenano sul web i "tori incazzati"

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Tutti a favore di Matteo Renzi e del suo governo? Sì, almeno fino a quando le cose andavano bene, o per dirla meglio fino a che le andava promettendo a destra e manca! Ora che dalle parole bisogna passare ai fatti quelle promesse si complicano. 
 
La marcia trionfale di Matteo Renzi è salita su in alto fino a toccare il picco massimo della popolarità con le elezioni europee quando il PdR (il Partito di Renzi) ha fatto il pieno di voti incassando il 40,8% di consensi. Percentuale sovrastimata e che, altresì, va rapportata al numero di schede bianche e nulle, sommata al 50% di astensionismo, e parametrata alla manovra degli 80 euro e all’entusiasmo per le promesse di riformare la parte vecchia del Paese e di rottamare quella vecchia e corrotta. Annunci che avevano riacceso negli italiani la fiammella, seppure flebile, della speranza in termini di crescita, sviluppo e occupazione.
 
Ma poi se agli spot non seguono i fatti, se la gente fatica a campare perché lo stipendio non basta a tirare avanti, allora il pallone si sgonfia, la speranza si spegne e il consenso si assottiglia! E, se è vero che gli italiani sono i primi al mondo a salire sul carro del vincitore, è altrettanto vero che sono anche i primi ad abbandonare la nave quando questa affonda!
 
Un concetto chiaro. Un fatto inconfutabile, che la storia conferma al di là di ogni sondaggio. Comunque, siccome di sondaggi vive la politica italiana, almeno fino a nuove elezioni - se, come e quando ci saranno - i dati relativi alla credibilità degli “annunci-spot” del premier - pubblicati da una rilevazione condotta da freeskipper - stigmatizzano un tracollo di credibilità per colui che passerà agli annali della storia repubblicana come, il secondo premier, dopo Mario Monti, “nominato” da Giorgio Napolitano e mai votato dagli italiani alla guida del Paese.
 
Certo, Matteo Renzi resta istrionico, camaleontico, trasversale e soprattutto telegenico. Da buon toscanaccio ha la lingua sciolta e la battuta sempre pronta e tagliente che in Tv funziona sempre, fa audience e da tanta popolarità. Ma se poi ai proclami non seguono i fatti, e si lascia a pancia vuota gli italiani per troppo tempo, la gioiosa macchina delle giovani marmotte va in testa coda nella sua sfrenata corsa al potere, perché la gente non porta a tavola gli spot!
 
Questo è quanto emerge dal sondaggio lanciato da Freeskipper alla domanda: “PER RENZI SIAMO TUTTI GUFI! MA TU QUANDO ASCOLTI GLI SPOT DEL PREMIER COME TI SENTI?”. Per restare nella simbologia del mondo animale evocata da Matteo Renzi - che ha spesso e volentieri apostrofato come “gufi” coloro che gli spiattellano in faccia i numeri “tutti negativi” del suo governo - i 7853 intervenuti al sondaggio di freeskipper si sono così espressi: il 24% ha risposto di sentirsi “un gufo ribelle”, il 75% “un toro incazzato” l’1% “un allocco” ed un confortante 0% “uno struzzo”. Confortante, perché nessuno degli intervistati si dichiara disposto a mettere la tesa sotto la sabbia, come gli struzzi, di fronte alla crisi italiana e alle esternazioni del premier!
 
Insomma il Pdr (il Partito di Renzi) dopo mesi dall’investitura quirinalizia appare “normalizzato”. Ha perso, sempre secondo il sondaggio di freeskipper, quella caratterizzazione "di sinistra" che piaceva tanto agli ex-PCI, ma fa pure fatica ad attingere consensi in quella piccola fetta di centrodestra a cui da sempre strizza l'occhio: per farla breve, il premier non piace più come prima!
 
Le ragioni di tale calo sono in primis la crisi economica, che non riduce la pressione fiscale su imprese e famiglie, il lavoro che non c’è e la questione salari e pensioni fanalino di coda dei redditi da lavoro dipendente in tutta Europa. Ma a far cambiare orientamento ad una larga fetta di elettorato è una questione molto più profonda, che va al di là dei numeri e delle percentuali: la delusione dei cittadini che ancora una volta si sentono presi in giro dalla politica degli annunci! 
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