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 Home page > Tribuna Libera > Solidarietà a Rodotà e Zagrebelsky

Solidarietà a Rodotà e Zagrebelsky

La crisi della politica tradizionale, impigliata nella palude dell'immobilismo, incapace di far fronte alla crisi del Paese, di dare una risposta ai problemi della gente succube del dominio della finanza, ha spalancato le porte ad una nuova politica che reca sulle sue insegne la velocità fine a se stessa, il decisionismo senza riflessione e la governabilità a tutti i costi e travolge argomenti, persone ed ogni ragionamento sulla qualità delle iniziative politiche, sul rispetto degli impegni assunti. E una politica siffatta non trova ostacoli ma accoglienza in quel poco di sinistra che è rimasto in Italia, oramai abituata ad ingoiare tutto, l'esaltazione della mafia, il razzismo, l'affarismo e, oggi, un autoritarismo arrogante che insulta la cultura.

E allora perche meravigliarsi se il segretario del PD e un ministro della repubblica offendono e lanciano accuse insensate, senza lo supporto di un ragionamento, contro intellettuali democratici colpevoli di criticare un’architettura costituzionale zeppa di incongruenze e contraddizioni.

Rodotà e Zagrebelsky sono maestri del diritto, risorse per il Paese, e quando Renzi e Boschi parlano di loro sarebbe bene che lasciassero a casa i toni sprezzanti e riflettessero un poco sulla importanza e delicatezza di un riforma costituzionale che non è un fatto di pochi, ma esige il contributo di tutti; competenza e non improvvisazione.

E così, quando la signora Boschi accusa Rodotà e Zagrebelsky di frenare le riforme, e quindi dell’immobilismo politico degli ultimi trenta anni, nessuno le ricorda che questi studiosi da tempo si battono per il cambiamento della Costituzione. Dimentica il ministro che essi hanno subito e non favorito la palude di venti anni di berlusconismo. Erano il PDL e il PD i soggetti che, impegnati a fabbricare il consenso, non si curavano di governare. Non si possono rovesciare sulla cultura le colpe della politica.

E per altri versi come può un ministro delle riforme seguire le orme di un giornale di destra e accusare di incoerenza Rodotà, perché favorevole un tempo al monocameralismo mentre oggi è contrario. Rodotà ha sempre combattuto l'egemonia dell'esecutivo, ieri con il monocameralismo, oggi con il bicameralismo.

Persone che hanno speso una vita al servizio del paese, vengono definiti professionisti dell’appello e ancora: “Io ho giurato sulla costituzione e non su Zagebresky e Rodotà”

Forse Renzi dimentica che non si trova a “Scherzi a parte“, ma in un processo di revisione costituzionale in cui il confronto di idee è la regola e che l'appello è uno strumento che sollecita il confronto e sviluppa la conoscenza del tema oggetto dell'appello, in questo caso della riforma del Senato, e del contesto in cui essa si colloca. La democrazia si misura sul grado di conoscenza di un popolo. Questo dovrebbe tener presente il sindaco se non vuole ridurre il suo interesse per la scuola ,ad uno spot elettorale. O forse pensa che studiosi che pure sono risorse della repubblica, non meritano risposte serie?

E mentre viene sferrato questo attacco ingiustificato alla cultura, tutti tacciono. Sarebbe bene invece che qualcuno si facesse sentire perche è intollerabile il silenzio che nega il conforto a chi ha subito un torto; perchè intollerabili sono le risposte che sostituiscono l'offesa al merito.

In questa regressione culturale la classe dirigente di questo paese ha smarrito il significato e la bellezza di un atto di solidarietà e la forza politica di un atto di indignazione.

 

Foto: Wikipedia

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