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Singapore: eseguita condanna a morte per droga, un’altra in programma

Mohd Aziz bin Hussain, 56 anni, di origini malesi, è stato impiccato a Singapore per aver trafficato circa 50 grammi di eroina.

È stata la prima delle due esecuzioni annunciate questa settimana. La seconda, nei confronti di Saridewi Djamani, è prevista domani. Se portata a termine sarà la prima esecuzione di una donna a Singapore degli ultimi 20 anni.

Mentre i paesi di tutto il mondo stanno progressivamente eliminando la pena di morte dalle strategie di contrasto alla droga data la sua completa inutilità a tal fine (l’ultimo proprio ieri il Pakistan) le autorità di Singapore non solo non si adeguano a tale tendenza ma aumentano il ricorso alle impiccagioni.

Nel 2022 erano state eseguite 11 condanne a morte per reati di droga. Quella di Djamani sarebbe la quarta di quest’anno.

Organizzazioni come l’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine e l’Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti hanno condannato l’uso della pena di morte per reati di questo tipo e hanno spinto i governi a impegnarsi verso l’abolizione.

Singapore è uno dei soli quattro stati, insieme alla Cina, all’Iran e all’Arabia Saudita, in cui continuano a essere eseguite condanne a morte per reati di droga.

 

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