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Simulazioni di voto: a Roma Fratelli d’Italia può essere determinante

In caso di nuove elezioni, le nostre simulazioni ci raccontano che nella Capitale il partito di Giorgia Meloni è capace di spostare gli equilibri.

di Davide Policastro e Andrea Viscardi

Dopo aver analizzato la situazione del panorama nazionale dei collegi, andiamo ad osservare cosa accadrebbe nelle principali città italiane in caso di ritorno alle urne. Abbiamo preso in considerazione Roma, Milano e Torino, tralasciando, tra le altre, Napoli. Questo perché, nella città partenopea, la situazione vede una posizione dominante del Movimento 5 Stelle (che a Napoli anche alle Europee era risultato primo partito) tale da non registrare alcuna variazione sensibile della mappa elettorale cittadina. Partiamo, dunque, da Roma.

Roma

Camera dei Deputati

La situazione nella Capitale è particolarmente interessante. Emerge infatti un dato importante, che ritroveremo anche nella mappe di Torino e Milano: i collegi centrali della città vedono – più o meno saldamente – vittoriosa la coalizione di centrosinistra. Spostandosi verso quelli che inglobano, invece, aree periferiche o semiperiferiche, la situazione si capovolge, con la Lega o le coalizioni da essa guidata che acquistano maggior peso e, quasi ovunque, guidano la classifica dei consensi.

Nel dettaglio, partendo dalla Camera dei Deputati, è Fratelli d’Italia a risultare l’ago della bilancia: se la Lega si presentasse da sola, perderebbe il confronto con il centrosinistra, aggiudicandosi solamente 4 degli 11 collegi. Una situazione che si ribalterebbe con la presenza del partito di Giorgia Meloni, capace di portare il numero di collegi uninominali conquistati dal centrodestra a 7, contro i 4 del centrosinistra. Dato politico di interesse è anche, in questo caso la sostanziale irrilevanza della presenza nel fronte di centrodestra di Forza Italia, che potrebbe essere utile solamente a rendere contendibile uno dei quattro collegi che al momento sembrano destinati al centrosinistra.

 

 

 

Senato della Repubblica

Situazione simile anche in Senato, dove i seggi disponibili sono 5. Nell’ipotesi di una corsa solitaria, la Lega riuscirebbe a conquistarne solamente due, mentre nei due collegi centrali, così come in quello dell’area nord della Capitale, sarebbe il centrosinistra a risultare vittorioso. Discorso diverso, anche in questo caso, qualora Matteo Salvini si presentasse in tandem con Fratelli d’Italia: il cosiddetto fronte sovranista sarebbe infatti in grado di strappare alla coalizione guidata dal partito di Nicola Zingaretti due di questi tre collegi, lasciando al centrosinistra solamente il collegio 01.

In Senato ancora di più che alla Camera, un’eventuale presenza di Silvio Berlusconi accanto a Matteo Salvini e Giorgia Meloni risulterebbe superflua, utile a consolidare un vantaggio che risulterebbe comunque già netto nei collegi più periferici, ma non a consolidare il lieve vantaggio registrato nel collegio 02 o di rendere contendibile l’ultimo dei collegi detenuti dal centrosinistra.

 

 

 

(Mappe a cura di Matteo Cavallaro)


Nota metodologica

I calcoli sono fatti a partite dai dati reali di scrutinio delle elezioni Europee 2019 a cui viene applicato uno swing nazionale uniforme (UNS). Si suppone cioè che la differenza rilevata nazionalmente sia distribuita in maniera identica su tutto il territorio nazionale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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