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Siamo Alitalia-ni, niente esuberi

Si avvicina il decollo della newco da cui risorgerà per l’ennesima volta Alitalia, e la cosiddetta interlocuzione con gli uffici bruxellesi di Margrethe Vestager entra nel vivo, almeno secondo quanto si legge sui quotidiani. Vediamo in cosa pare consistere l’intervento antitrust europeo e quali sono le ambizioni del governo italiano.

Pare che la newco avrà 65-70 aerei, contro i 112 della flotta attuale. Interessante quanto scrive Leonard Berberi sul Corriere:

Ma è una flotta ridotta quasi obbligata: fonti della Commissione europea confermano di aver chiesto alle autorità italiane di tenere conto delle analisi di mercato. Analisi che stimano un 2021 che inizia con un -40% rispetto ai livelli pre-Covid.

Il che è un principio di antitrust quasi rivoluzionario: si fanno delle stime di mercato e su di esse si costruisce il dimensionamento della flotta. Lo chiameremmo “lato domanda”, diciamo così. Approccio antitetico al “lato offerta” che il governo italiano persegue ad esempio con Ilva: niente analisi della domanda ma dimensionamento della produzione in funzione del raggiungimento di un dato livello occupazionale.

Rivoluzionario vedere un governo di centrosinistra diventare supply sider e addirittura seguace della odiosa Legge di Say, quella che dice che l’offerta crea la domanda. Tempi interessanti. Il suggerimento degli “ottusi burocrati di Bruxelles” causerà quindi il ridimensionamento dell’obiettivo di flotta, che superava i 90 aerei. Incredibile ma vero, ciò determinerà a sua volta un aumento degli esuberi, ora stimati in 4.000 unità.

Il ministro Stefano Patuanelli si è precipitato ad intimare di non chiamarli esuberi:

Non esistono i 4 mila esuberi. Esiste una dotazione iniziale con un range di 70 aerei che è il numero di quelli che servono oggi per volare. Questo non significa 4 mila esuberi. Non ci sono esuberi nel Piano che ha in testa il governo.

D’accordo, ma quindi dove finiranno i quattromila non-esuberi? Che domande: nella Bad Company, cioè nella gestione commissariale. E lì resteranno a tempo indeterminato, si presume. Negli anni Settanta c’era uno spot, quello famoso dell’uomo in ammollo, il cui claim era “non esiste sporco impossibile, per Bio Presto Lavatrice”. Oggi quello slogan diventa: “non esistono esuberi impossibili, per il governo Conte”.

Però, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il serbatoio della gestione commissariale, per gli amici Bad Company, può tornare utile per prelevare personale in caso di aumento di fabbisogno futuro, no? Forse sì ma la mia aridità contabile mi porta a pensare che si tratti di un sistema di “reperibilità” piuttosto costoso. Come che sia, tranquilli: la ministra a infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, ha già promesso una flotta di “oltre cento aerei” nel 2023, venghino! Il modello Ilva è salvo: si fissa il target di occupati e la realtà deve uniformarsi.

Ma siamo qui per capire in cosa consisterebbe l’azione di tutela della concorrenza perseguita dagli uffici di Vestager. I cui cardini dovrebbero essere, come scrive Berberi,

[…] la discontinuità azionaria, di perimetro e dimensione, manageriale e un piano industriale che preveda un pareggio di bilancio in tre anni e un ritorno all’utile in cinque anni dall’avvio della newco.

E sin qui diremmo che ci può anche stare, in astratto. In concreto, il pareggio o l’utile di bilancio non sono di per sé indicativi di assenza di distorsione della concorrenza, come immaginate, ma forse la DG Comp ritiene che perdite persistenti causerebbero maggiore distorsione.

C’è però un altro aspetto antitrust interessante, segnalato ieri sul Messaggero da Rosario Dimito: la composizione del consiglio di amministrazione della newco. Pare infatti che l’advisor legale abbia

[…] concepito una governance con un cda di 9 membri, di cui 8 indicati dal governo in proporzione ai ministeri ma che già costituiscono sabbie mobili per gli appetiti dei partiti e il nono verrebbe attribuito ai lavoratori. Sembra che dall’Europa informalmente siano giunti segnali affinché il governo scelga indipendenti.

Punto molto interessante. Come si proclamava programmaticamente, “fuori la politica da Alitalia nazionalizzata”. Ora ci sarà da lottare contro le fisime dei burocrati di Bruxelles sui consiglieri indipendenti. Interessante notare che qui torniamo nel tradizionale: la domanda (di politica e sindacati) crea l’offerta (di posti in consiglio di amministrazione).

Vogliamo forse privarci della sana dialettica democratica tra le forze politiche e sociali, in seno al consiglio di amministrazione del vettore nazionale, sostituendola con altrettanti aridi consiglieri indipendenti, simbolo neppure troppo occulto dell’odiato neoliberismo? Ma vinceremo anche questa partita, in nome del Popolo italiano.

Photo by Leandro Neumann on Flickr

 

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