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Si continua a morire nel Mediterraneo e nei lager libici: chi pagherà?

Ennesimo naufragio. Ancora tanti morti:13 donne, una in coma, 8 bambini dispersi, 22 superstiti. Ma chi pagherà per questi morti, per quelli morti ieri, per quelli che moriranno domani, dopodomani, tra un mese, tra un anno?

Chi pagherà per le sofferenze di donne, uomini e bambini ustionati dalla benzina, per i feriti, ammalati, lasciati sulle navi delle ONG in balia delle onde provocate dai decreti di sicurezza? Chi pagherà per quelli scuoiati vivi, per le donne stuprate, per le torture, per le sevizie nei lager libici? Chi pagherà per tanta crudeltà?

Per anni ed anni i fascio-razzisti e molti mass media hanno divulgato parole di paura e di odio contro i migranti, per anni ed anni hanno giustificato edulcorato e taciuto su atti di violenza contro di essi. E tutto questo ha prodotto tra la gente un clima di insofferenza verso i migranti, e una trama normativa e comportamentale che puzza di barbarie. Responsabilità senza colpe, colpe senza pene.

Se Carola viene insultata perché ha salvato i migranti, chi pagherà per questo? Se ad un Rom, legittimo assegnatario di un appartamento del comune di Roma viene impedito di prenderne possesso da una folla inferocita, chi pagherà per questo? Se a Cosenza un bimbo immigrato viene preso a calci, solo perché si era avvicinato ad un neonato, chi pagherà per questa infamia?

No! nessuno pagherà. Nessuno pagherà perché le responsabilità per queste barbarie inumane si perderanno nel ”mare magnum” delle scelte politiche, dell’interesse nazionale. E tutto questo è ingiusto inumano intollerabile, perché il finanziamento dei lager libici è stato votato da parlamentari, decreti che bloccano e criminalizzano le ONG sono stati concepiti e sottoscritti e votati da uomini, le navi sequestrate da ministri, bloccate da funzionari e militari che hanno obbedito ad ordini illegittimi.

L'odio e la paura sono stati fomentati da politici, da quelli che usano la morte e i migranti per far voti, da conduttori, giornalisti ed editori che, per audience, fanno da megafono a qualsiasi cavolata anti immigrati venga detta.

Foto: Pixabay

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