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Shark 3D, ovvero l’insieme delle sfighe del mondo

Immaginate di essere in un paradiso per surfisti, le grandi spiaggie australiane.
Poi avete un bel po’ di sfiga e proprio quel giorno vi capita un bel terremoto e uno tsunami investe la costa. In realtà voi di sfiga ne avete anche un po’ più degli altri perché in quel momento siete in un supermercato e rimanete bloccati dentro, con tutto allagato e dovete rifugiarvi sugli scaffali.

Basta così? Nemmeno per sogno, perché nel supermercato con voi c’è anche un rapinatore folle che non ha paura di sparare. E, sì, naturalmente è finito in gabbia anche uno squaletto bianco di quattro metri con una fame mai vista.
Che fate?

Come vedete Shark 3D ha tutte le carte in regola per far divertire, peccato però che Kimble Rendall si perda un po’ e man mano che la faccenda va avanti la figata di base comincia a perdere un po’ di colpi.

Però rimane un film ben fatto, divertente, che mostra quello che lo spettatore vuole vedere, ovviamente poco realistico ed esagerato, con diverse cose buone.

Buona è per esempio la sequenza del primo attacco in mare aperto e in definitiva anche quelle nel chiuso del supermercato.


Buone quasi tutte le sequenze splatter, alcune davvero molto buone.
Buoni alcuni piccoli particolari come la classica inquadratura dall’alto che mostra il surf che passa e proprio sotto l’ombra dello squalo.

Buono è anche il 3D, esagerato e coinvolgente, poco naturale come è giusto che sia in un film come questo.

B(u)one sono anche Phoebe TonkinSharni Vinson e Cariba Heine (curioso assembramento di belle ragazze nel supermercato australiano). Buone sono le interpretazioni dei due superuomini Xavier Samuel e Julian McMahon destinati a salvare il gruppo.

Meno buona la sequenza dello tsunami (niente a che vedere con quella di Hereafter, per capirci).
Ancora meno buona la costruzione dei personaggi, limati con l’accetta, e la soluzione semplice semplice di dare una nuova scossetta di terremoto ogni tanto per variare la situazione e spezzare la monotonia che è un rischio continuo in un’ambientazione così chisa e statica.

Manca anche un po’ di ritmo, è vero, e naturalmente viene naturale chiedersi quanto diavolo mangi lo squalone in così poco tempo, ma in definitiva è un film godibile che regala quello che lo spettatore si aspetta.

Nelle immagini, scene del film

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