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Semaforo verde

Me ne sto chiusa in casa da quasi un mese, ormai: esco pochissimo e per tempi davvero ridotti. Come me tante persone nel mondo, costrette ad una vita da interni a causa di un terribile problema comune.

 
E così dopo la mafia, il terrorismo, gli alluvioni, i terremoti e gli incendi, ora é il turno di un virus, un essere vivo che porta corona, e che come un crudele tiranno dispone di noi con pieni poteri. Colpisce in silenzio, e lascia dolore ed assenza. Questa umanità non sembra aver pace, diceva una amica, ma questa umanità non ne concede nemmeno. Mi sembra di assistere a una partita di dama cinese: adesso é il suo turno, e dilaga sul campo mutando il colore di ogni pedina.
 
Io me ne resto in disparte, dietro la vetrata che dà sul giardino dei padri verbiti, e rimango in attesa, confusa. Mi lascio sedurre dalle fronde ondeggianti, che si muovono lente nell'aria, osservando gli spostamenti continui di quei pappagalli, che vanno e vengono, con voci raspose e battiti d'ali: entrano ed escono tra i folti cespugli esibendo colori sgargianti. Sembra stiano giocando tra loro: esserci ora e non esserci piú, e poi apparire di nuovo.
In questi giorni di chiusa, in cui tutto sembra andare piú lento, o essere fermo, l'inquinamento é visibilmente calato. Gli alberi in fiore disperdono profumati richiami nell'aria, e questa volta si possono sentire per bene.
 
Oggi non ho resistito e sono scesa giú in strada. Il sole era caldo e il cielo ostentava un azzurro che non ricordavo di aver mai visto in città. Sentivo solo gli uccelli intrecciare armonie fantasiose, e osservavo le foglie verdine in uscita sui rami scampati all'inverno.
Per loro - quel mondo a cui apparteniamo ma che abbiamo imparato a dimenticare pian piano - é tempo di alzarsi, é arrivato il momento di rispondere all'urgenza del sole e di espandersi con tanti colori. Mentre per noi si sta prorogando una brutta stagione, che ci costringe alle "distanze sociali", e a rimuginare in silenzio sui cambiamenti avvenuti, e che avverranno di certo.
 
All'esordio di questa strana invasione un amico ha detto, con espressione severa, che a settembre conosceremo un mondo diverso. A distanza di un mese ne ho ormai la certezza. 
 
 Le persone seguono i vicoli torti dei loro pensieri, diretti al futuro, senza sapersi orientare. Sperimentiamo sconcerto e dolore, e dopo che cosa sarà? Analisti e scienziati, pensatori e persone famose riempiono il web con le loro parole, suscitano in noi riflessioni nutrendo gravose paure. Siamo ipnotizzati dallo sciorinare continuo dei numeri: gli infettati, i guariti, i deceduti, e poi le vittime che rimangono ignote... Ma rimane il grande silenzio dall'altra parte del vetro, oltre il verde di quel ricco giardino, oltre il suono degli esseri alati. Silenzio di vita ed incertezze future.
 
Ero in strada, oggi, benedetta da un cielo radioso, camminavo nel sole e fissavo stupita una serie di semafori accesi sul verde, lungo una strada eccezionalmente deserta. L'assurdità della scena mi ha estorto un amaro pensiero: si autorizza a procedere oltre, in tanto che a tutti é vietato partire - e la strada continua a rimanere deserta.
Dopo aprile verrà maggio...
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