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Se ti piace la frutta mangiatela tutta

Siamo alla frutta. A due settimane da Altr@giornata mi sembra logico spendere due parole sulla vicenda del mercato delle banane, specie di quelle "bollino blu". Avete in mente la banana dieci e lode? Proprio lei, quella dal famosissimo bollino blu che maschera la propria meschinità sotto la formosa presenza di una donna latina sorridente.



Ecco, sembra proprio che da stare allegri ci sia ben poco, dalle parti della Chiquita. Secondo quanto ammesso dagli stessi dirigenti, la Chiquita, ex United Fruit Company (dal passato terrorista inenarrabile), avrebbe pagato, dal 1997 al 2004, almeno 1 milione e 700 mila dollari per avvalersi della protezione delle Auc, il gruppo paramilitare di destra.

I dirigenti della Chiquita affermano che agendo in questa maniera hanno garantito per diversi anni la tranquillità dei lavoratori e delle loro famiglie. A seguito di tale dichiarazione il tribunale di Washington ha condannato la compagnia ad una multa di 25 milioni di dollari.

“La multa ad un’impresa, rea per avere pagato un gruppo illegale, è un magnifico segnale”, ha commentato il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos. Sebbene abbia suscitato scalpore, la sentenza del tribunale Usa è quasi una burla, per quello che decreta e omette.

A conferma dell’amaro refrain colombiano (“negli Usa i soldi, a noi i morti”), i 25 milioni di dollari entreranno nelle casse statali Usa, invece di risarcire le vittime dei paramilitari che, a differenza di quello che sostiene il presidente della Chiquita, non proteggevano i lavoratori, ma si dedicavano, con la collaborazione dei militari, ad ammazzare e far sparire sindacalisti ed esponenti della sinistra legale, forti soprattutto nella zona “bananera”.

Inoltre, i giudici di Wahington si sono guardati bene dall’approfondire alcuni episodi ben più gravi, che dimostrano un’unità d’intenti tra la Chiquita Brands e le Auc del (forse) defunto Carlos Castaño e dell’italo-colombiano Salvatore Mancuso.


Il più clamoroso successe il 21 novembre 2001 (due mesi dopo l’inclusione delle Auc nella lista dei gruppi terroristi internazionali, decisa da Bush dopo l’attentato delle torri gemelle), quando nel porto privato della Chiquita Brands della cittadina atlantica di Turbo furono sbarcati dalla nave Otterloo 14 container contenenti 3400 mitra Ak-47 (i Kalashnikov) e 4 milioni di pallottole, destinati proprio al “Banana Bloque” dei paramilitari. (da International Peace Observatory)

Non basta. Numerosi siti segnalano con frequenza episodi di lavoro minorile, divieto di associazione sindacale, e costanti e deprecabili condizioni di lavoro (ad esempio si segnala come le piantagioni Chiquita vengano cosparse di pesticidi con la presenza dei lavoratori).

HWR ha intervistato alcuni bambini che lavoravano nelle piantagioni Dole: stesso discorso se non peggiore. "L’uso di lavoro minorile è diffuso nel settore della produzione di banane in Ecuador. Dei lavoratori di minore eta’ intervistati da HRW, 41 ha affermato di aver cominciato a lavorare all’età di 8-13 anni. Il loro giorno lavorativo medio dura 12 ore, e meno del 40% dei bambini continua a frequentare la scuola non appena compiuti i 14 anni."

La cosa più scontata è ovviamente invitarvi a non consumare Chiquita e Dole, per avvicinarvi alla frutta importata tramite fair trade, il commercio equo e solidale. Troverete, ad esempio, all’esselunga gli ananas (I deliziosi frutti tropicali proposti da Altromercato - varieta’ Golden Ripe e Extra Sweet - iniziano il proprio viaggio in Ghana e/o in Costa Rica, dove vengono coltivati da un gruppo di piccoli produttori, attenti alla qualita’ del prodotto, ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale e al miglioramento degli standard sociali dei lavoratori.) e le banane, alla Coop ananas, banane e volendo noci, alla Lidl troverete banane fair trade. Infine, questa è la pagina della frutta fresca che vi offre Altromercato.

Non ditemi che non avete scelta.

Vi rammento che nessuno di voi verrà ucciso o maltrattato per aver esposto il banner di Altr@giornata sul proprio blog (è semplice, basta copiare il codice qui sotto, e al massimo adattarne le dimensioni), e che nessun lettore verrà condannato a una vacanza al fresco se decide di aderire con una mail, un commento, o anche solo iscrivendosi al gruppo su Facebook. Al limite, se il 20 settembre non sarete numerosi, apprezzerete la mia furia. Ma potrete rifarvi anche il 9-10-11 ottobre a Osnago, alla fiera del commercio equo e solidale: TUTTAUNALTRACOSA ;)

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