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Se gli USA starnutiscono..

...noi prendiamo l’influenza scrivevo qualche tempo fa. Oggi il "super ciclo" delle materie prime sembra essersi concluso, le quotazioni dell’oro, del petrolio e dei metalli base nelle ultime settimane sono scese e le aspettative dei mercati sono quelle di un rallentamento dell’economia e più in generale di recessione; negli Stati Uniti poi i risparmiatori stanno osservando il deprezzamento degli immobili che avevano pagato con lacrime di sangue.


Questa fase della crisi finanziaria è quella che si chiama "deflazione" osserviamo, ad esempio, l’andamento dell’aggregato M3 negli USA pubblicato da ShadowStat: è evidente come il trend sia marcatamente discendente; un trend discendente nell’offerta monetaria è sinonimo di deflazione per cui la fenomenologia associata sarà quella del deprezzamento delle risorse che se durerà a sufficienza condurrà alla riduzione dei prezzi al consumo (CPI) con tutti gli effetti negativi che questo tipo di fenomeno economico porta con se: cattivo indebitamento, crack finanziari, disoccupazione (unemployement), riduzione delle entrate etc.

 

 

La deflazione porta con se benefici effetti quando è causata dall’incremento della produzione ed è lampante che questo non sia il caso delle indebitate economie occidentali USA in testa (la virtuosa Cina poco indebitata potrebbe beneficiare di questo scenario).

La riduzione della fornitura di moneta negli USA (la FED tiene bassi i tassi ma la gente preferisce non indebitarsi a testimonianza di aspettative sul futuro non troppo rosee...) ha fatto apprezzare il dollaro che in termini relativi si è rafforzato verso le altre valute e così in questi giorni l’EURO si è ridimensionato nelle quotazioni e le materie prime sono scese.

La FED, come detto, a differenza della BCE ha tenuto i tassi al 2% ma dubito che "l’austriaco" Bernake dopo il recente boom nei prezzi delle materie prime causato dai tagli agisca nuovamente in tale direzione sul costo del denaro per invogliare la gente ad indebitarsi...leggevo stamani sul Corriere della Sera che lo stesso economista ha definito l’attuale crisi come unica nella storia mondiale!

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