Saviano si confessa alla BBC

E’ un personaggio "scomodo", molte volte ignorato e molte volte messo da parte. Il suo libro Gomorra ha avuto un successo a carattere mondiale, denunciando quella che è la realtà sociale di Napoli, analizzando nello specifico avvenimenti e storie che hanno fatto molto scalpore ma che sono stati anche un passo importante per la coscienza di noi tutti, sempre male informati su questo tipo di cose.

Roberto Saviano, noto giornalista e scrittore, si è raccontato alla BBC, in un’intervista esclusiva dove ha analizzato quello che è il suo lato umano, cambiato e messo a dura prova dall’influenza dei media, del successo, dalla gente, dalle critiche e come sempre dalle diffamazioni. Dalle sue parole si riscontra un senso di solitudine, gli amici di un tempo che non ci sono più, ora c’è solo la scorta, gli inseparabili.

In più ci sono i suoi fan, le persone che hanno il coraggio di non far sì che i suoi scritti vengano subito riposti in un qualche scaffale, quelle persone che fanno eco ai suoi messaggi. Il ritratto di Saviano è pallido, fiero e convinto della sua missione. Non nega assolutamente che se dovesse tornare indietro, finirebbe con l’ignorare il progetto "Gomorra", anzi sarebbe ben convinto di scriverlo di nuovo; ma il giudizio sull’opera è negativo, nel senso che è un libro che è diventato un macigno, un volume che ha cambiato la sua vita e la sua esistenza, per sempre.

La paura di Saviano, interpellato dal giornalista americano, non è quella della morte; si è un pò stancato di rispondere a questo quesito; la paura maggiore, quella del giornalista, è quella della diffamazione. Mettere in dubbio la sua parola lo porterebbe al fallimento, alla fine di tutti i suoi sforzi, a una credibilità distrutta in un paese in cui, i media hanno questo potere e tanti altri.

Le ultime parole sono dedicate ai personaggi che sono i protagonisti della sua storia: i boss. Molti non lo sanno ma la vita che fanno queste persone è accompagnata da una maschera, da idoli della televisione e del cinema americano, da un processo di imitazione, che nasconde la solitudine di certi "cattivoni". Quanto ci vorrà ancora per avere un dossier del genere, su Roberto Saviano, anche nelle nostre televisioni?