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Saviano: dove sono i cattolici che si indignavano per Welby ed Englaro?

 

Qualche giorno fa ho pubblicato un post sull'abitudine ormai tutta italiana di indignarsi per delle cazzate sorvolando su problemi ben più gravi o - meglio ancora - di farsi paladini delle cause perse solo per convenienza, perché siamo troppo frustrati e non sappiamo sfogare la nostra rabbia. Ecco allora che le curve da stadio si riscoprono come le sedi di filosofi dal sommo pensiero che discutono sui massimi sistemi, balordi che spaccano la macchina di poveri operai che il lunedì devono andare a lavorare per mantenere la famiglia diventano dei moderni Zorro che puniscono il povero possessore dell'automobile che con il suo acquisto ha alimentato il "diabolico" consumismo".

Insomma di scemi deliranti a giro per il mondo ce ne sono fin troppi e di sicuro non ho fatto la scoperta dell'acqua calda. Ma a suffragare questa mia ipotesi nei giorni scorsi ho trovato lo sfogo di Roberto Saviano che tramite le pagine dell'Espresso ci tiene a far sentire la propria voce in un mare di silenzio assordante che avvolge questa notizia. Una vergogna, soprattutto in un Paese finto-perbenista come il nostro dove "cattolici della domenica" si improvvisano guerrieri dei diritti della vita, dei disabili per prendere voti per poi dimenticarsene una volta che non servono più. Lo ripeto e lo ripeterò di nuovo, noi italiani siamo brutta gente. Vi riporto parte delle parole di Saviano, spero vi tocchino il cuore. 

"Il governo Berlusconi aveva azzerato i fondi destinati ai disabili gravi, tra cui i malati di SLA. L’attuale governo sta facendo lo stesso. Mi domando: ma dove sono tutte quelle persone che quando raccontai la storia di Piergiorgio Welby in televisione urlarono allo scandalo, tacciarono la trasmissione di essere pro-morte mentre loro erano pro-vita? Perché quei pasionari, quei politici ultra cattolici, o cattolici solo per motivi elettorali, non alzano la voce ora? Sono sempre più convinto, ascoltando l’assordante silenzio che circonda questa vicenda, che a essere pro-morte siano tutte quelle persone che negano ai disabili gravi e gravissimi e alle loro famiglie una vita dignitosa. Ma i disabili gravi e gravissimi e le loro famiglie, in un paese in costante campagna elettorale, non costituiscono un numero appetibile di voti… faremmo meglio ad abituarci a questa desolante verità. Eppure i nostri politici hanno il dovere categorico di far valere i diritti dei disabili e noi abbiamo il dovere di vigilare affinché lo facciano"

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