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Satira, web, tv e radio (con ME anziano, YOU tuber): un’intervista con Gaspare Bitetto

Quello con Gaspare Bitetto è un appuntamento ormai periodico, atteso, su Agoravox Italia. Con lui abbiamo parlato di Spinoza, ci siamo addentrati in Diecimila.me e abbiamo analizzato il delicato periodo storico dopo Charlie Hebdo. Adesso lo rincontriamo all'interno di Radio 2, dove assieme ad un team di autori firma la trasmissione "ME anziano, YOU tuber", e da queste righe ci racconta che...

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Salve Gaspare, Bentornato su AgoraVox Italia.

Ciao AgoraVox. Quest'anno niente vacanze nemmeno per voi? Che vitaccia! L'hashtag #JeSuisAgoraVox l'avete già lanciato? Qualcuno si è già messo il vostro logo come immagine del profilo su Facebook?

Eheh... resistiamo perché in ufficio ci sono i ghiaccioli in frigo e la possibilità di fresche chiacchierate come questa. A proposito, sai che c'è chi attende di rileggerti qui? Perché nelle interviste - per dirla alla Antonio Ricci - quando entri nel tinello di AgoraVox (sarà colpa o merito dell'aria condizionata) tendi con fantastico relax a volere smontare il giocattolo per guardare cosa c'è dentro e farcene vedere così pezzi anche a noi outsider.

Questo vizio di smontare i giocattoli ce l'avevo già da bambino e non sono mai riuscito a levarmelo. Il difficile, poi, è riuscire a rimontarli. Pensa che infanzia traumatica che ho avuto.
 
Facciamo il punto. Dove eravamo rimasti?

Sinceramente non me lo ricordo, ma conoscendomi devo avervi lasciato con un qualche spunto di riflessione ai limiti del drammatico, colmo di bile e livore, ma affogato nel gin. È una ricetta che ho imparato da Heston Blumenthal. Vuoi provare a riassumere tu la situazione?
 
Beh, La situazione non è delle migliori: le notizie mostrano un panorama mondiale incerto, fatto di mura ed exit strategies, tensioni politiche e nazionalismi, rinnovato pensiero magico e nuovi populismi, su uno sfondo in cui il terrorismo la fa da padrona.

Quindi stiamo vivendo dentro a una puntata di Pomeriggio 5...

In Italia a rendere tutto più terrificante ci sono i più o meno noti commentatori da social che, cavalcando proprio l'onda della paura, investono il tempo promuovendo cinismo, omofobia, sessismo, razzismo... pensieri di pancia spalmati ovunque. Viene da chiedertelo: e la satira? Come reagisce o interviene in tutto ciò?

È una domanda che bisognerebbe fare a Federica Sciarelli, sperando che organizzi una puntata speciale di "Chi l'ha visto?". Oppure potresti chiedere a un qualunque ragazzino per strada e sperare che se la ritrovi nel suo Pokédex (ma ho l'impressione che Satira sia un Pokémon ancora più leggendario di Mewtwo). Tutti questi anni di Pseudo-Satira 2.0 ci hanno regalato tantissimi nuovi comici, più o meno bravi, ma negli ultimi mesi gli unici due spettacoli che ho visto e che si meritavano di essere definiti satirici sono stati "Contumelie" di Filippo Giardina e "Come ne venimmo fuori" di Sabina Guzzanti. Entrambi dal vivo, perché in TV queste cose non le trovi, e nemmeno su internet (che almeno in Italia è diventato il medium di quasi-informazione del nuovo potere forte: LAGGENTE). Per fare satira serve conoscere il mondo, le leve che lo muovono, gli argomenti che si vogliono trattare, e non è gareggiando a chi pubblica prima una pessima battuta sull'evento del giorno, col terrore che sia qualcun altro a pubblicare la stessa pessima battuta, che si raggiunge l'obiettivo. Serve studiare, approfondire, ragionare, collegare gli eventi all'interno di un quadro complicatissimo; bisogna essere anche un po' masochisti e un po' matti a volersi addossare un impegno del genere in un ambiente in cui il neo-liberismo la fa da padrone, ma qualcuno, in rarissimi casi, ancora lo fa, cercando di aprirci gli occhi. Il problema è che noi, come insegnava Bill Hicks, questa gente la facciamo fuori, perché inconsciamente non vogliamo nessuno che ci rovini il "sogno" che stiamo vivendo. Io stesso non sto più pubblicando contenuti satirici, se non in rarissimi casi, spesso sotto pseudonimo, ma continuo a scriverli in attesa di tempi migliori, quando non rischieranno di cadere su un terreno sterile.

Adesso firmi la trasmissione che riporta in radio Claudio Sabelli Fioretti, il papà di Un giorno da Pecora ci riprova guardando al web? Di che si tratta?

Me Anziano, You Tuber è un esperimento di Radio2 che porta in onda tutti i giorni 90 minuti di confronto generazionale tra Claudio Sabelli Fioretti e Claudio Di Biagio (se non li conoscete vergognatevi un po' e poi correte subito su wikipedia a farvi una minima idea di chi si tratta). L'idea non è guardare al web, ma raccontarlo un po' a chi ne ha una visione più superficiale, con un taglio analitico, ma anche divertente. YouTube è un Social Network un po' diverso rispetto a tutti gli altri, e forse il più sincero: il fatto di apparire personalmente in video nei propri VLog o nelle proprie rubriche, mettendoci la faccia, rende i protagonisti della piattaforma più "vulnerabili" alle critiche e al giudizio del pubblico rispetto a chi si espone solo per via testuale, con tutti i pro e i contro del caso. Noi vogliamo raccontare anche questo e dimostrare che dietro alle "webstar" spesso si nascondono persone come noi tutti, ma con la voglia di raccontare la loro storia e le loro esperienze in prima persona, spesso disponibilissime a confrontarsi con i propri subscriber (poi non vale per tutti, oh, ma solo Leibniz pensava che il nostro fosse il migliore dei mondi possibili). La trasmissione sta avendo un successo che anche noi non ci aspettavamo: il pubblico è contento, noi siamo contenti, Radio2 è contenta; cosa potremmo volere di più?

Com'è lavorare con Sabelli Fioretti?

Fantastico. Sabelli è come Google, ma lui ha vissuto tutto in prima persona. E soprattutto ha tanto da insegnare e sa come farlo. Lavoro con lui da meno di due mesi e già mi sento come se avessi seguito tutti i corsi di un dottorato di ricerca.

E con Claudio Di Biagio invece?

Claudio è un professionista nel suo campo, ma è rimasto molto umile e voglioso di crescere e imparare, una cosa che lo distingue radicalmente da tanti altri YouTuber che si credono già arrivati e che non si rendono conto di essere solo dei fenomeni da baraccone che riscuotono lo stesso successo che avrebbe riscosso una qualunque attrazione del circo Barnum negli anni '30. Poi la verità è che Di Biagio, senza di me, sarebbe perduto. Gli faccio tutti questi complimenti solo perché voglio che continui ad offrirmi la colazione prima di andare in trasmissione.

A proposito di radio, il secondo canale della Rai sembra si stia muovendo bene, intercettando l'interesse attraverso volti e voci provenienti anche dalla rete e dal mondo della satira, come te, Simone Salis, Claudio Di Biagio e poi le immancabili storiche trasmissioni come Il Ruggito del Coniglio, Seiunozero, Caterpillar AM e PM. Che ne pensi?

Penso che sia vero, e soprattutto che il recente polverone nato su Carlo Conti e la decisione di "cancellare" alcuni programmi sia stato montato ad arte. È vero che con la nuova direzione c'è stata qualche nuova indicazione sulla gestione delle trasmissioni, ma contrariamente a quanto pensavo (perché sono un malfidato) a Radio2 ho trovato totale libertà espressiva (certo restando nei confini della linea editoriale della trasmissione a cui lavoro) e come questo vale per noi, sono sicuro che valga per tutti. Poi a LAGGENTE piace fare polemica, ma ognuno si diverte come può, non credi?

E guardando alla tv?

Ho due sorprese in ballo che mi coinvolgono di cui non posso parlare perché si pagano penali salatissime e io "non posso permettermelo, non sono un idraulico", ma in linea di massima non possiamo aspettarci che sia la TV a salvarci da tutti i mali del mondo. Certo, ogni tanto arrivano cose belle come "Dov'è Mario" di Corrado Guzzanti o CCN di Saverio Raimondo, ma come dicevo prima dobbiamo tornare ad avere un rapporto col mondo più reale, più personale, più "dal vivo", altrimenti otterremo solo di disumanizzarci ancora di più. Secondo te perché Trump sta per vincere le elezioni in America? Perché la LePen sembra favoritissima in Francia? Perché in Italia la situazione è quella che vediamo tutti i giorni e dalla quale sembra non si riesca mai a uscire? Succede perché i mass media ci hanno fatto bere il cervello e a forza di avere una visione distorta dei massimi sistemi abbiamo perso il contatto con la realtà di tutti i giorni. Abbiamo bisogno di riscoprirci tutti come comunità, in cui il bene del singolo dipende dal bene di tutti. E il bene comune non si fa standosene da soli davanti a uno schermo. Tu, proprio tu che mi leggi, vai subito a salutare il tuo vicino di casa, esci a prendere un caffè al bar e chiacchiera col barista, saluta la gente che incontri per strada, chiedigli come va. FALLO. Vedrai che mi ringrazierai.

Un libro e un fumetto sul comodino: cosa leggi e consigli?

Voglio molto bene a Daniele Fabbri, quindi il fumetto che ti consiglio è Quando C'era Lvi, con i disegni di Stefano Antonucci, non fosse altro perché ha mandato su tutte le furie quelli di CasaPound e quindi ha già svolto in gran parte il suo dovere sociale. Il libro che sto rileggendo in questo momento, invece, è Io Sono Leggenda, di Richard Matheson. Chi ha visto il film non ha avuto il piacere di apprezzare il valore sociologico che ha questo romanzo col suo vero finale (storpiato in una sconcia americanata solo per fare contento Will Smith). Leggetelo.

Li scambio con Kobane Calling di Zerocalcare che ho finito adesso. Grazie per la chiacchierata, Gaspare, ci rileggiamo presto e da AgoraVox giunga un augurio: continua a divertirti tanto.

E anche quest'anno niente pacco di birre da sei, AgoraVox. Mortacci vostra! A presto e buone vacanz... AH NO! Scusate.

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