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Sanremo stravolto dalla faziosità

Il Festival della canzone italiana, che si svolge da oltre un sessantennio, nulla, proprio nulla, ha a che vedere con la politica e con la satira politica.

Invece, contro ogni logica, la serata di debutto dell’edizione 2013 è stata incentrata, soprattutto, sull’esibizione del comico Maurizio Crozza, che fa prevalentemente satira e satira politica. Vergogna della faccia, non tanto per l’attore genovese, quanto per l’editore (RAI), gli organizzatori e i conduttori della manifestazione, che riveste carattere meramente canoro e musicale.

In particolare, viene da esprimere avversione, critica e disistima riguardo al modo di porsi di Fabio Fazio, che insiste nello sconfinare, nel portare, in ogni occasione, il copione su terreni che non gli competono, infischiandosene delle osservazioni e dei rilievi. La sensazione è che, nei confronti del personaggio, rimanga un’unica linea di condotta da seguire, ossia toccarlo direttamente sul portafoglio: insomma, dopo la performance di ieri, perché non si dimezza il suo compenso di conduttore del festival?

Se Fazio desidera essere non solo giornalista e presentatore, ma anche capopopolo, si faccia votare ed eleggere attraverso le cabine elettorali, rendendosi propositivo e confrontandosi alla presenza di alleati e avversari dagli scranni del Parlamento e/o con comizi e arringhe nelle pubbliche piazze.

Critica va pure rivolta all’indirizzo del direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, il quale ha avuto la sfrontatezza di dichiarare, prima, “non sarà un festival dell’Unità”, mentre, dopo, ha lasciato che si svolgesse addirittura “un festival della politica”.

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