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Russia, la repressione del dissenso colpisce anche le bambine e i bambini

Il 5 ottobre 2022 Varvara Galkina, di 10 anni, è stata interrogata dalla polizia di Mosca a causa della foto del suo profilo WhatsApp: un disegno in stile-manga a sostegno dell’Ucraina

La polizia ha poi minacciato la madre, Elena Jolicoeur e ha perquisito la loro abitazione. La donna, dopo che le era stato imposto di seguire un programma “preventivo” per “i genitori che svolgono impropriamente il loro dovere”, è fuggita dalla Russia con Varvara e un’altra figlia.

Il 22 novembre 2023 Yegor Balazeykin, un sedicenne di San Pietroburgo, è stato condannato a sei anni di carcere da un tribunale militare per aver lanciato bottiglie contenenti diesel e solvente contro due centri per l’arruolamento, una forma di protesta contro la guerra molto diffusa in Russia. Le sue azioni, che non hanno causato alcun danno, sono state spropositatamente giudicate “attacchi terroristici”. Poiché questi reati sono giudicati dai tribunali militari, non è noto quanti altri processi del genere vengano celebrati.

Il 1° marzo 2023 Maria Moskalyova, una bambina di 12 anni di Yefremov, è stata separata dal padre, Aleksei Moskalyov, e posta in un orfanotrofio a causa di un disegno contro la guerra fatto a scuola un anno prima. A denunciarla alla polizia è stata la direzione scolastica. Aleksei Moskalyov, padre single, è stato inizialmente multato e poi condannato a due anni di colonia penale per “ripetuto discredito verso le forze armate”, a causa di commenti pubblicati sui social media. Nel periodo trascorso nell’orfanotrofio, Maria ha sofferto stress e isolamento. A seguito dell’indignazione popolare, è stata fatta uscire e affidata ad altri parenti.

Il 24 settembre 2022, a Ulan-Ude, nella Repubblica di Buriazia (Siberia orientale), la polizia ha arrestato l’attivista dell’opposizione Natalya Filonova nel corso di una protesta pacifica contro la mobilitazione dei riservisti per la guerra contro l’Ucraina. Accusata di “violenza contro un rappresentante delle autorità”, fatto da lei sempre negato, ha trascorso mesi agli arresti domiciliari e poi è stata posta in detenzione preventiva. Vladimir Alalykin, figlio adottivo di 16 anni con disabilità, è stato collocato in un orfanotrofio e gli è stato impedito di assistere al processo della madre adottiva. Natalya Filonova è stata infine condannata, il 31 agosto 2023, a due anni e dieci mesi di carcere. Vladimir è rimasto nell’orfanotrofio, dove ha compiuto 18 anni.

Questi sono solo alcuni dei casi in cui, nell’ambito della repressione del dissenso interno, le autorità russe stanno adottando misure di rappresaglia sempre più gravi contro le bambine e i bambini e i loro familiari, soprattutto quando si tratta dell’opposizione alla guerra di aggressione contro l’Ucraina.

Il rapporto pubblicato ieri da Amnesty International, dal titolo ‘Tuo figlio andrà all’orfanotrofio’. I bambini e la repressione delle proteste, spiega come le autorità russe neghino ai bambini e alle bambine il diritto alla libertà d’espressione, li indottrinino con la propaganda di guerra e prendano di mira i loro familiari che a quella guerra sono contrari.

Le bambine e i bambini vengono usati per mettere pressione agli adulti che si oppongono alla guerra attraverso la separazione dei nuclei familiari, la minaccia di annullare i diritti genitoriali e persino inviando i piccoli negli istituti minorili.

Quindi, nonostante tutte le chiacchiere del Cremlino sul valore della famiglia, è proprio il legame tra figli e genitori a essere vergognosamente sfruttato per stroncare il dissenso. In questo attacco, politicamente motivato, contro le bambine e i bambini, le scuole e il personale docente sono diventati uno strumento di persecuzione e d’interferenza arbitraria da parte dello stato. Le scuole stanno indottrinando gli alunni con una falsa narrazione governativa e segnalando alla polizia e ai servizi di sicurezza coloro che dissentono.

L’impatto sulla salute fisica e mentale delle bambine e dei bambini è pesante in termini di stress e traumi. Le famiglie subiscono conseguenze economiche quando i genitori o i tutori vengono perseguitati, a volte fino al punto da dover ritirare i figli dalle scuole. Alcune famiglie hanno dovuto lasciare la Russia per evitare procedimenti giudiziari o separazioni familiari.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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