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Rouhani e le statue coperte. È tempo di mostrare i valori laici

«Ora Sovrintendenza e Governo fanno a gara a rimpallarsi le responsabilità ma sette mesi fa, quando per la visita del papa a Torino furono rimossi i cartelloni della mostra su Tamara de Lempicka, non ci fu nessun rimpallo: come se in quel caso fosse tutto normale».

Si inserisce così il segretario dell’Uaar Raffaele Carcano nella polemica sulla scelta di coprire le statue di nudo dei Musei Capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani.

«Ma c’è qualcosa di ancora più paradossale: allora fummo praticamente gli unici, insieme ai Radicali, a denunciare quella decisione clericale. Oggi tutti gridano allo scandalo, allora nessuno si unì a noi: come mai? Possibile — si domanda Carcano — che in questo Paese ci si indigni solo a sprazzi per la censura in nome della religione?».

C’è anche un precedente di pochi giorni fa. «Recatasi in visita ufficiale in Iran per allacciare rapporti commerciali, Debora Serracchiani, presidente del Friuli-Venezia Giulia (nonché vicesegretaria del Partito Democratico), ha indossato senza problemi il velo. Matteo Salvini ha sostenuto che non sarebbe neppure dovuta partire, la mia opinione è invece che gli incontri non si debbano mai rifiutare: purché siano alla pari, improntati al rispetto reciproco. Rinunciando a rivendicare i propri valori si fa passare il messaggio (agli occhi degli altri come agli occhi dei nostri concittadini) che i valori della civiltà occidentale siano il denaro e il petrolio».

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