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Rivoluzione

Facciamola, e che tra noi trovino spazio solo i giusti.

Via i parassiti.

Via gli evasori e gli sfruttatori del lavoro nero.

Via i paraculati d'ogni colore; chi dalla politica ha avuto, fosse anche solo le briciole.

Via i mangiapane a tradimento, gli assenteisti cronici, gli imboscati e tutti quelli per cui un posto nella pubblica amministrazione ha rappresentato una sinecura, magari ottenuta proprio grazie ai favori dei politicanti.

Via adesso tutti quelli che hanno visto le ingiustizie e non le hanno mai denunciate. Quelli che hanno continuato a votare imperterriti per chi stava portando a fondo il paese come quelli che hanno fatto a metà con il dentista o l’idraulico che non gli ha rilasciato la fattura.

Via, dunque, chi ha preferito il quieto vivere alla lotta e alla protesta; chi ha preferito l’intrallazzo alla correttezza e chi ha accettato che in proprio nome e per proprio conto fossero approvate le leggi più assurde, nella convinzione che tanto non sarebbero mai state applicate e, se per caso, non a lui medesimo.

Ora, via i fancazzisti d'ogni età; via chi è andato in pensione ancora ragazzino o quasi, chi si è finto invalido e tutti quelli che si sono arrogati diritti sapendo benissimo che non sarebbe stato possibile estenderli a chi sarebbe venuto dopo.

Bene, adesso contiamoci.

Acc ... sono rimasto da solo.

Via chi non è neppure rimasto in Patria a soffrire con il resto del popolo.

E me ne vado anche io; anzi, me ne sono già andato. (A dire la verità da ben prima che il popolo cominciasse a soffrire)

E sulla piazza, per fare la rivoluzione, di giusto restò solo il monumento.

Con lui, guardando meglio, tre extracomunitari. Ma perché erano arrivati solo il giorno prima.

 

Foto: Francois Bianco/Flickr

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