Rischio sismico: alla ricerca del Divino Otelma

Sembrerebbe che la Commissione Grandi Rischi abbia preso un bel granchio al L’Aquila, non avvertendo che il terremoto era in arrivo. Costernata, la nostra classe dirigente sembra intenzionata a cambiare cavallo ed è alla ricerca di un sostituto. Da più parti si reclama l’intervento del Divino Othelma, che certamente dovrebbe essere più scafato nel settore predizioni; almeno così avrebbe sostenuto una vecchia signora di Calascibetta Sicula, dove il mago avrebbe compiuto ogni sorta di mirabolanti meraviglie, ivi compreso il pronostico della tripletta dell’Inter di José Mourinho mentre l’allenatore dei nerazzurri era ancora Mancini.

Ovviamente il costo dell’ingaggio non dovrebbe essere marginale, anche perché, alla minima scossa sismica non prevista, le conseguenze sarebbero di notevole gravità per il Divino.

Tutto questo mentre l’Italia è in crisi, l’Europa è in crisi, gli Stati Uniti sono in crisi ed anche gli astronauti della stazione spaziale internazionale non sanno cosa li aspetta al loro rientro sulla Terra e vedono dall’alto fiumi di titoli finire nella spazzatura, ben differentemente da quelli vinti dall’allenatore portoghese.

Forse sarebbe il caso di fare un poco di conti e vedere quanto è costato alla collettività stare a pensarci sopra alla possibilità di prevedere un terremoto e magari calcolare anche quanto finirà per costare la ristampa di tutti i trattati scientifici sull’argomento, i quali, sinora, hanno asserito l’assoluta impossibilità di prevedere un evento sismico.

Dobbiamo rassegnarci: il progresso scientifico ha un costo e qualcuno deve pur pagarlo ed il candidato naturale a farlo è il contribuente italiano, che lo pagherà insieme alla parcella del Divino Othelma o di chi per lui. Gli avvocati di ogni ordine e grado, invece, sentitamente ringraziano e stanno già calcolando non il tempo di ritorno del sisma di progetto degli edifici abruzzesi, bensì stellari parcelle professionali.