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Riscaldamento globale e vita nell’Artico

Il lontano passato dell’Oceano Artico potrebbe contenere indizi del suo futuro.

Come sarà il mondo tra qualche decennio? Se il riscaldamento globale è una realtà e continuerà, quali conseguenze ci saranno sull’ecosistema?

Rispondere non è semplice, forse impossibile, ma qualcuno sta iniziando a farsi un’idea almeno per quel che riguarda l’oceano Artico.

Le zone circumpolari sono tra le più interessate da un eventuale aumento della temperatura sulla Terra, anche se le conseguenze si sentirebbero ovunque.

In realtà già oggi i ghiacci artici - complici le temperature e la circolazione dei venti - si sono assottigliati in molte zone, soprattutto nel periodo estivo.

Alan Kemp, del Centro Nazionale di Oceanografia britannico, ha fatto un’interessante scoperta studiando il passato dell’Oceano Artico. Per tornare indietro fino all’era in cui i dinosauri popolavano il globo, Kemp ha estratto campioni di fanghi ad alta profondità sotto l’oceano.



Vi ha trovato molti strati di diatomee, alghe microscopiche alla base della catena alimentare. Queste alghe si sarebbero riprodotte in grandi quantità soprattutto nell’estate artica, fornendo nutrimento in abbondanza per molte specie animali.
E’ lecito quindi presumere che l’Artico fosse molto più "affollato" di oggi. Attualmente non vi troviamo altro che poche specie di pesci che danno sostentamento a foche, orsi polari e balene.

Se però - come si suppone - la temperatura continuerà a salire, allora una quantità di diatomee (od organismi simili) potrebbe ripopolare l’Oceano, facendo proliferare le specie che già lo abitano e incentivando la migrazione stagionale di altre.

Alcuni ricercatori suppongono che uno scenario simile potrebbe presentarsi già tra qualche decennio. Se davvero succederà l’ecosistema dovrà viaggare verso nuovi equilibri, e non soltanto l’artico ne subirà le conseguenze.

Fonte: www.newscientist.com

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