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Rifugiati in Grecia: la Corte suprema "non trattenere i richiedenti asilo sulle isole"

Con una sentenza emessa il 17 aprile su un ricorso presentato dal Consiglio greco dei rifugiati, la Corte suprema di Atene ha invalidato la politica del governo di imporre limitazioni geografiche ai richiedenti asilo arrivati sulle isole di Lesbo, Rodi, Samo, Coo, Lero e Chio.

Quella politica era figlia dell’accordo del 20 marzo 2016 tra Unione europea e Turchia: i richiedenti asilo arrivati dopo quel giorno sarebbero stati bloccati sulle isole del mar Egeo orientale per rendere più facile il ritorno, ai sensi dell’accordo, in Turchia.

Il risultato è stato pesantissimo per i richiedenti asilo (e naturalmente per le piccole isole greche e la loro popolazione), trattenuti in territori piccoli, incondizioni squallide e di sovraffollamento, destinatari di straordinari gesti di solidarietà ma anche di brutali atti di violenza.

La sentenza della Corte suprema greca non ha effetto retroattivo e dunque non risolverà il problema dell’intenso sovraffollamento sulle isole dell’Egeo orientale, a meno che con una decisione politica il governo non disponga che tutti gli altri richiedenti asilo siano trasferiti sulla terraferma, lontano dalle attuali inaccettabili condizioni di vita.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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