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Rifiuti, ecco il nuovo decreto legge: ma restano gli indagati

L'assessore all'igiene urbana del comune di Napoli in una dichiarazione di qualche giorno fa: «.... si va avanti mettendo giorno per giorno una pezza, insomma sversando dove capita, vedendo qual è l’impianto disponibile».

L'Ama, l’azienda per la raccolta dei rifiuti di Roma tra i neo-assunti, in due anni di gestione Alemanno sono stati 1300, spunta la figlia del caposcorta del sindaco e non sembrerebbe sia fra le 544 persone che sono arrivate con prove e test. Su mille e trecento assunzioni più della metà sono stati assunti per parentopoli, per clientelismo e tutti posti dirigenziali. Alla faccia della meritocrazia, della giustizia ed uguaglianza. L'altro figlio dell'amico del sindaco Alemanno invece è stato preso all’Atac e si chiama Giorgio. E così tanti altri nomi, tanti altri nuovi dirigenti, spesso incapaci, spesso inutili, super pagati e con tutti i diritti, alla faccia della politica schiavista di Marchionne. ''Abbiamo aperto un fascicolo di inchiesta in base a notizie di stampa. Siamo proprio alle battute iniziali e confermo che l'inchiesta e' solo sulla base delle notizie giornalistiche''. Lo dice il Procuratore del Lazio della Corte dei Conti, Iannantuono, in merito alla 'bufera' chiamata 'Parentopoli' esplosa a Roma sulle assunzioni. L'inchiesta potrebbe estendersi anche ad altre aziende della capitale, io inviterei anche le procure della Campania, in particolare quella di Nola, a verificare certi appalti e assunzioni in quel di Terzigno.

In Campania arrivano 282 milioni di euro, stanziamenti definiti di – compensazione -.

Il termine - compensazione – si spiega da solo: soldi per lenire il pianto della popolazione, della terra stuprata, delle leggi violate, di qualche favore concesso. Soldi per le bonifiche, finanziate una decina di volte e mai effettuate e come bonificare quando la stessa Terzigno è ancora teatro di sversamenti? Come bonificare quando i Regi Lagni, condotto borbonico, somiglia ad una infinita fogna a cielo aperto? Come bonificare Acerra? Pianura? Chiaiano? E così le innumerevoli discariche abusive e autorizzate sparse per tutta la regione? Come bonificare quando dentro la cava Sari ci sono ancora le balle del 1994?

In vigore dal 27 novembre 2010 il Decreto legge n. 196 sulle “Disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti”. Il provvedimento si è reso necessario soprattutto per la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per accelerare la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti ed incrementare i livelli della raccolta differenziata. Più volte abbiamo spiegato il giochetto delle ''ecoballe'' lasciate accatastare per permettere alle aziende vincitrici degli appalti sulla realizzazione degli inceneritori di mettere le mani, bruciando di tutto, sui cip6, quindi non ci torneremo sopra. Ecco, in sintesi, i punti più significativi del provvedimento.

- Per garantire la realizzazione urgente di impianti destinati al recupero, produzione o fornitura di energia mediante trattamenti termici di rifiuti, il Presidente della Regione può procedere alla nomina di commissari straordinari che provvedono in via di somma urgenza ad individuare le aree occorrenti, assumendo le necessarie determinazioni.

- La provincia di Napoli assicura la funzionalità dell'impiantistica al servizio del ciclo di gestione dei rifiuti nel territorio di competenza e gestisce gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti nei comuni di Giugliano e Tufino tramite la propria società provinciale cui sono attribuiti gli introiti derivanti dalle relative tariffe. Il cittadino partenopeo si trova a pagare una tassa altissima, ingiustificata, per un servizio pubblico non reso e per avere discariche poste sotto il segreto di Stato.

- Nel caso di mancato rispetto, da parte dei comuni, degli obiettivi minimi di raccolta differenziata il Prefetto diffida il comune inadempiente a mettersi in regola con il sistema della raccolta differenziata, assegnandogli il termine perentorio di sei mesi. Decorso inutilmente tale termine, il Prefetto attiva le procedure di nomina di un commissario ad acta.

- Ove si verifichi la non autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi, il Governo promuove un accordo interregionale volto allo smaltimento dei rifiuti campani anche in altre regioni, senza che ciò comporti nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

- Le funzioni del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e di Caserta sono esercitate separatamente, su base provinciale, in termini funzionali al corretto ciclo di gestione dei rifiuti, secondo le disposizioni dei relativi Piani di gestione adottati in ambito regionale e provinciale, senza che da ciò derivino ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato (art. 2).

  • infine, per consentire le indispensabili iniziative volte al coordinamento della complessiva azione gestoria del ciclo dei rifiuti regionale; per assicurare comunque l'attività di raccolta, spazzamento, trasporto dei rifiuti; per incrementare la raccolta differenziata attraverso iniziative di carattere strutturale, la regione Campania è autorizzata a disporre delle risorse finanziarie necessarie all'esecuzione di tali attività nel limite di 150 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo aree sottoutilizzate, per la quota regionale spettante, annualità 2007/2013 (art. 3).

Contemporaneamente il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, firma l'ordine per i commercianti di munirsi di contenitori per la differenziata e così gli enti pubblici e privati, inoltre, dispone siano vendute bibite in bottiglie di vetro con la resa, come accadeva anni fa.

Varare disposizioni senza aver prima ripulito le aziende e le istituzioni da chi fino ad oggi ha gestito illegalmente tutta la tratta dei rifiuti è del tutto inutile; se hanno violato le leggi prima, continueranno a violarle di nuovo. Questione di profitto, ma anche di banale logica.

Inoltre mancano del tutto progetti mirati a raggiungere il rifiuto zero; mancano le oasi ecologiche, mancano piani industriali, mancano gli impianti di compostaggio, manca di sapere dove la carta e il vetro e la plastica andranno ad essere riciclati. Infine vogliamo sapere perché si fa di tutto per portare a bruciare i rifiuti, perché mancano contratti con le aziende che produco sul riciclo, perché il cittadino non può gestirsi autonomamente il rifiuto, perché i comuni sono obbligati a dare il conferimento al consorzio, quando lo stesso Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta è ancora sotto il bisturi della magistratura, un bisturi che fatica a tagliar via le parti malate pur vedendole; chi ferma le procure? Perché si parla solo dei rifiuti solidi urbani e non si citano i rifiuti industriali ed ospedalieri? Dove vanno a finire? Come vengono smaltiti? Segreto.

Le discariche non avrebbero motivo di esistere se tutto si svolgesse nel nome della correttezza e legalità. I rifiuti solidi urbani vanno differiti e smaltiti separatamente, qui, e le prove non mancano, si continua ad ammucchiare; forse perché nel mucchio è più difficile scovarci del materiale industriale? Gli scarti di lavorazione di qualche ditta agganciata per via cda?

Se tante sono le ombre sulla mal gestione dei rifiuti in Campania, sul ruolo di certi enti e amministratori, ancor più tetre sono le ombre su Terzigno dove poco o nulla si sa della discarica Sari gestita dalla Società Agricola Recupero Industriale srl, società a responsabilità limitata, la sigla di per sé indurrebbe accertamenti seri e mirati. E ancora perché vengono manganellati i manifestanti, perché questa ostilità nei confronti dei comitati civici sorti spontaneamente a difesa dell'ambiente e quindi della propria salute? Terzigno, come Malagrotta puzza e appesta la popolazione, viverci non è umiliante, la vergogna non è di abita queste zone, ma di chi le amministra. La vergogna è di chi giostra il teatrino e di chi, pur lavorando sotto la dea con la bilancia pendente, chiude gli occhi e il libro delle indagini.

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