"Ridateci gli spazi aperti: non sono pericolosi", la mobilitazione di un professore della Iulm
Si è presentato alle 12 in punto davanti alla sede del suo Comune di residenza, Lavagna (Genova), per chiedere il rispetto di principi fondamentali al momento minacciati dall'applicazione dei vari Dpcm sull'emergenza Covid 19. Riccardo Manzotti, professore associato di Filosofia teoretica allo Iulm di Milano, nel divulgare questa mobilitazione sui social, scongiurando qualsiasi possibilità di assembramento, ha spiegato le sue ragioni in un cartello con scritto grande "Ridateci il sole, l'aria, la dignità".
Tre i motivi della mobilitazione (qui il video): "Lo spazio aperto è il luogo più sicuro; le persone sono fino a prova contraria responsabili, bisogna regolare non vietare".
"La mia iniziativa", ha spiegato, "nasce per difendere la dignità mia e delle persone che si vedono ogni giorno limitate nella loro libertà senza che facciano alcunché di oggettivamente rischioso per la salute collettiva".
Secondo Manzotti, "le limitazioni alla libertà personale cui siamo soggetti non sono misure sanitarie ma sono giudizi morali sulla presunta irresponsabilità delle persone. Questo non è accettabile. Le persone sono responsabili fino a prova contraria. Le aree aperte sono un presidio sanitario irrinunciabile. Faccio riferimento a uno studio recente che su 318 casi di contagio, ben 317 sono avvenuti al chiuso. Oggi abbiamo più paura dei controlli che del virus. Come filosofo io non possono evitare di difendere la persona, la ragione, la dignità".
Il docente-filosofo ha precisato che "L'iniziativa non vuole andare contro decreti e ordinanze. Le leggi vanno rispettate per principio anche quando, come diceva Socrate, possono non essere considerate giuste".
La richiesta è quella di riaprire aree verdi e marine.
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