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Revocata la scorta a Giulio Cavalli

Ieri sera mi giunge un messaggio: "mi hanno tolta la scorta". Il mittente è Giulio Cavalli. La notizia mi prende di sorpresa. Cavalli, attore e deputato regionale dell’IDV, da molto tempo lavora sul fronte delle mafie infiltrate al Nord. Un lavoro lungo, e messo in scena letteralmente con diversi spettacoli ed un libro. Di mafie al Nord non si è mai parlato abbastanza. Solo recentemente ha cominciato ad avere una dignità mediatica e se ne dibatte apertamente. Cavalli chiaramente non è il solo che ne parla o affronta il tema. Ma lo fa da molto tempo con costanza e determinazione, fino a che, suo malgrado diventa il primo attore in Italia e forse in Europa a vivere sotto scorta. Una vita mai reclamizzata con senso di martirio o di sacrificio personale per il bene della Nazione. Giulio ha sempre ricordato, quando gli chiedevano della sua scorta, le centinaia di persone che vivono da anni in questa condizione.

Il Prefetto di Lodi, in via informale, ha comunicato a Cavalli che tra dieci giorni verrà revocata la scorta. Non sussistono più le minacce alla sua persona. L’Ucis, ufficio centrale scorte, dopo aver visionato le nuove relazioni ha preso questa decisione. Quando sento al telefono Cavalli, non vuole assolutamente farne una questione di Stato ne creare polveroni. E’ abituato ad accettare le decisioni degli organi statali. Quando la lotta alle mafie è quotidianità e non straordinarietà.
 
Chiaramente si deve essere felici di una notizia del genere. Se la scorta è revocata significa che non sussistono più pericoli per la vita di una persona. E non c’è assolutamente di che lamentarsi. Anzi si dovrebbe festeggiare. Sorge però qualche interrogativo: come mai in un momento storico in cui si comincia a parlare di Mafie al Nord, viene revocata la scorta alla persona che più di altri ha cercato di parlare e di fare informazione in merito? Le minacce della Mafia e della Ndrangheta si dissolvono nel tempo, arrestato il minacciatore, passa la paura? Con questo discorso, forse toglieranno la scorta anche a Saviano: hanno arrestato tutti i Casalesi, manca solo Zagaria, quindi non c’è più nessun pericolo per la sua vita.

Non si vuole fare facile polemica né tantomeno giudicare il lavoro delicato di coloro che devono tutelare la sicurezza altrui. In Italia si spala fango fin troppo facilmente su tutto e tutti, come se coloro che scrivono siano dei tuttologi quasi divinità infallibili. Però c’è preoccupazione. Cavalli sta usando la sua elezione nel consiglio regionale della Lombardia per portare avanti la lotta alle infiltrazioni di Ndrangheta nel Nord, negli uffici pubblici, nelle ASL, nell’Expò di Milano. Mi auguro fortemente che sia passato il pericolo, significherebbe che si è fatto un bel passo in avanti e a Milano, oltre lo smog, si respira un’aria più pulita. Ma se così non fosse? 

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