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Responsabilità civile dei giudici: Bruxelles smentisce: "Nessuna maximulta"

In questi ultimi tempi si parla tanto di “riforma della giustizia”. Tra i provvedimenti al varo in Parlamento ce n’è uno in particolare per la quale l’Associazione nazionale dei Magistrati (ANM) ha parlato di “riforma punitiva” e che per il CSM minerebbe l’indipendenza delle toghe.

Stiamo parlando dell’emendamento alla legge sulla “responsabilità civile dei giudici” approvato in Commissione alla Camera qualche giorno fa, che si è cercato di far passare per un obbligo impostoci dall’Europa e che prevede che il giudice possa essere chiamato a rispondere, non solo per dolo o colpa grave (come già prevede oggi la legge per violazioni al diritto nazionale) ma stando all’emendamento ora anche per violazione manifesta del diritto.

E proprio su questo lo scorso 26 Marzo a pagina 13 il Corriere della Sera pubblicava un’intervista a Gianluca Pini (nella foto), deputato leghista autore dell’emendamento sulla responsabilità civile dei giudici dal titolo “PINI, DAI LIMITI ALL’HAPPY HOUR AL BLITZ SULLE TOGHE” di cui vi ripropongo qui di seguito uno stralcio:

(Pini) ha estratto dal cilindro l’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati che ha fatto dire al presidente dell’Anm Luca Palamara che “è iniziata la stagione delle riforme punitive”. Pini scuote la testa: “mi spiace davvero che uno che ricopre un ruolo così rilevante non conosca l’importanza dell’adeguamento delle leggi italiane alle norme comunitarie. Se non sarà approvato quell’emendamento, a maggio l’Unione Europea ci condannerà a sanzioni milionarie. Nulla di punitivo, dunque. Anzi. E quando gli si chiede conto della tempistica lampo con la quale l’emendamento è stato presentato Pini risponde “semplicemente perché gli adeguamenti alle norme comunitarie si fanno una volta all’anno. E durante la sua audizione, l’Avvocatura generale dello Stato è venuta a dirci che tale armonizzazione è assolutamente necessaria e urgente”

Ai lettori del Corriere (ma non solo a loro) il “salvatore della patria” Gianluca Pini ha quindi detto che questo provvedimento servirebbe ad evitare nientepopodimeno che una maxi multa milionaria da parte dell’Europa che altrimenti arriverebbe a maggio (fra poco meno di un mese). E questo ovviamente senza che nessun “giornalista” si prendesse la briga di verificare se ciò rispondesse al vero o fosse l’ennesima “balla” che si tenta di far bere agli italiani per giustificare provvedimenti che altrimenti non avrebbero ragion d’essere.

A sostituirsi ai giornalisti “main-stream” ci ha pensato il mio blog, che ha prontamente chiesto alla Commissione Europea se l’emendamento Pini corrisponda a quanto ci chiede l’Europa e se davvero ci sia il rischio (senza questo emendamento) che a maggio il nostro paese si possa vedere comminata una multa milionaria da parte dela Corte di Giustizia Europea.

La risposta di Bruxelles non si è fatta attendere. In questa la Commissione europea conferma di aver adito la Corte di giustizia dell’Unione europea in merito alla legge “c.d. Vassalli” (13 aprile 1988 n. 117). Ma tiene a far notare che tale azione è volta soltanto a stabilire la responsabilità di uno STATO MEMBRO relativamente ad un’eventuale violazione DEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA da parte dei giudici italiani. Infine l’esecutivo comunitario fa presente che qualora detta azione determini una sentenza mediante la quale la Corte constati l’incompatibilità della legge n.117 con il diritto dell’Unione europea essa non potrà, in un primo tempo, dar luogo all’irrogazione di una penalità e/o di una somma forfettaria a carico dello Stato italiano. Una procedura di questo tipo potrebbe in effetti essere avviata soltanto nel caso in cui il governo italiano non si confermasse alla sentenza della Corte.

Riassumendo la procedura d’infrazione aperta dall’Europa trova la sua motivazione nel fatto che la legge sulla responsabilità civile italiana esclude qualsiasi responsabilità dello Stato italiano per i danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto dell’Unione Europea!

Inoltre si dimostra una bufala anche la storia della multa milionaria che, secondo il deputato leghista, ci aspetterebbe a maggio se l’emendamento Pini non fosse approvato considerato che la Corte di Giustizia Europea non commina sanzioni pecuniarie quando si pronuncia per la prima volta su un’infrazione ma può farlo solo dopo un’eventuale prima condanna della Corte a condizione che lo Stato non si adegui e solo se la Commissione adisce di nuovo la Corte stessa. Non è un caso infatti che nonostante l’Italia agli ultimi posti tra i paesi con il numero più alto di procedure d’infrazione aperte, finora non è stata mai condannata a pagare un solo Euro di multa.

Se Pini tenesse davvero alla chiusura procedure d’infrazione aperte dall’Europa contro l’Italia potrebbe cominciare dal correggere il suo emendamento limitandosi ad inserirci quanto davvero chiede l’Europa per poi passare alle altre 138 che riguardano il nostro paese a cominciare dalla sempre verde emergenza rifiuti in Campania (per la quale davvero rischiamo una mega multa milionaria considerato che la Corte ci ha già condannati una prima volta) passando per il divieto di discriminazione dei disabili sul luogo di lavoro alla non corretta applicazione delle direttive che disciplinano la valutazione di impatto ambientale o ancora all’adeguamento della normativa italiana alla direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (vedi alla voce ILVA di Taranto) per finire, perché no, con i provvedimenti discriminatori ai danni di cittadini stranieri (comunitari compresi) da parte delle amministrazioni locali guidate da suoi colleghi di partito della Lega Nord.

Pini ha l’imbarazzo della scelta ma qualcosa mi dice che per lui ed il governo che sostiene queste non sono priorità.

FONTE

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