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Reato di clandestinità. Il M5S chiede; la base risponde: si abroghi

Una decisone da applaudire? Forse; ma quella che si è esercitata ieri non è certo stata democrazia.

“Domani 14 gennaio sarà votata in Senato la legge sulle 'depenalizzazioni' che ha al suo interno la disposizione che abolisce il 'reato di clandestinità. Si chiede a tutti gli iscritti certificati al 30/06/2013 il parere vincolante sul voto che il gruppo parlamentare del Senato dovrà esprimere sul 'reato di clandestinità”.

Con queste parole il blog di Grillo ha chiesto alla base del M5S di votare sull’abrogazione del reato di clandestinità. I militanti hanno poi espresso in modo chiaro il proprio parere: alle 17, quando è stata chiusa la votazione iniziata alle 10 del mattino, 15.839 di loro avevano votato per l’abrogazione del reato e 9.093 per il suo mantenimento. Domani (oggi) i senatori del M5S sapranno dunque come comportarsi, nel perfetto rispetto della volontà popolare.

Questa sì che è democrazia diretta. Anzi, direttissima.

No. Questa è una schifezza bella e buona. E non mi riferisco alle polemiche, che pure vi sono state, anche tra i militanti ed i rappresentanti grillini, per la mancanza di un chiaro dibattito sull’argomento all’interno del movimento, né al fatto che la consultazione sia avvenuta senza il minimo preavviso e sia durata solo sette ore per di più scelte tra quelle che dovrebbero essere lavorative, per la maggioranza degli italiani, Non mi riferisco neppure alle solite accuse, che pure si sono ripetute, di poca trasparenza nelle operazioni di voto.

A disgustarmi è una formazione politica dove, tranne le scelte dei duumviri fondatori, tutto può esser messo in questione; dove si lascia che l'umore della base possa decidere con un click di provvedimenti tali da definire o sfigurare un'intera società.

Non importa che poi gli elettori grillini abbiano espresso un parere ampiamente condivisibile; è rivoltante il solo fatto che si ritenga che il voto dei parlamentari su una simile questione, eticamente fondante, debba dipendere da altro che dalla loro coscienza. Peggio; che non esista un sistema di valori irrinunciabili, su cui la posizione del movimento sia chiara, univoca e irrevocabile.

Domani, magari dopo un crimine particolarmente efferato, si farà anche un referendum sulla pena di morte? Dopodomani, magari dopo una campagna stampa come quella che qualche anno fa fece di ogni romeno uno stupratore, uno sull'apertura di campi di detenzione preventiva per minoranze notoriamente pericolose?

E qualcuno pensa che questa sia la democrazia? L’esecuzione puntuale, incondizionata, della volontà popolare, comunque formatasi (e già: se i giornalisti sono tutti o quasi dei poco di buono, in base a quali informazioni, fornite da chi, decide l’illuminata base grillina?), su qualunque tema?

No. La democrazia è, perlomeno da Tocqueville e Mills in poi, l’insieme delle regole che pone un limite alla maggioranza; delle norme a che impediscono al suo volere di trasformarsi in potere dittatoriale.

Una democrazia che non abbia alla propria base un sistema di valori indipendenti dalla momentanea volontà della maggioranza, difesi sempre e comunque, validi sempre, non è tale.

E’ il governo della massa, manovrata dal demagogo, che Polibio chiamavano oclocrazia. E’ il populismo bello e buono messo in scena anche ieri dal M5S. E’, con il suo condimento d’astio nei confronti dei dissidenti e l’assoluta fedeltà ai capi, l’anticamera di ogni totalitarismo.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.4) 14 gennaio 2014 11:20

    Cito:
    — - A disgustarmi è una formazione politica dove, tranne le scelte dei duumviri fondatori, tutto può esser messo in questione; dove si lascia che l’umore della base possa decidere con un click di provvedimenti tali da definire o sfigurare un’intera società.
    — -

    Lei è quindi favorevole al male italico, dove si pensa che i cittadini non sono buoni per pensare, ma solo per indicare chi penserà al posto loro? Francia o Spagna purché si magna?

    Secondo il suo ragionamento, ci sono due possibilità. La prima, è che una forza politica dichiari in anticipo la propria idea su tutto (ma è impossibile!). La seconda possibilità, è che una forza politica dichiari idee generiche e poi faccia di testa sua (e ne conosciamo fin troppo bene gli effetti, almeno in italia).

    Le critiche che muovo io all’accaduto sono proprio quelle che lei cita puntualmente dicendo di non riferirsi ad esse. Le considerazioni su che cosa è una democrazia mi sembrano tirate per i capelli; sono portate all’estremo e in Italia, almeno per il momento, sono inapplicabili. Vediamo: il m5s chiede pubblicamente, a una cerchia ristretta di accoliti, un parere su un tema assente dal programma elettorale. Questo si chiama uccidere la democrazia. Gli altri partiti invece fanno sondaggi non pubblici, ma li fanno. "Sentono" che aria tira nella base, per fare dichiarazioni appropriate. Secondo lei è meglio?

    Cito ancora:
    — - Una democrazia che non abbia alla propria base un sistema di valori indipendenti dalla momentanea volontà della maggioranza, difesi sempre e comunque, validi sempre, non è tale.
    — -

    Questa è davvero una capriola filosofica. Dato che la democrazia è il governo del popolo, ma lei non lo voleva dire, tira fuori una volontà popolare "momentanea", sbagliata, e una formatasi bene, duratura, che è quella giusta. Anzi, a dire il vero, lei non parla neppure di volontà popolare ma di volontà della maggioranza. Se la maggioranza, intesa separata dal popolo, ha idee contrastanti col popolo, allora sì che si chiama dittatura. E comunque, il m5s NON E’ MAGGIORANZA. Qualora lo diventasse, una successiva tornata elettorale lo potrebbe spazzare via. La democrazia reale funziona così (quando funziona), e lei lo sa benissimo.

    La smetta poi di estremizzare: nel momento in cui paventa un referendum sulla pena di morte, sa benissimo che non accadrà mai: teniamo in conto anche un po’ di realismo, per favore.

    Pari appunto per l’accenno ai "provvedimenti tali da definire o sfigurare un’intera società". Non è questo il provvedimento in questione e, di nuovo, lei lo sa benissimo. O vuole far credere che la società italiana fosse diversa, prima dell’entrata in vigore del reato di clandestinità? Nella fattispecie, quel provvedimento è semplicemente stupido, ipocrita, non funzionante e costoso; ed è per questo che ho votato per la abolizione, non perché vorrei l’Italia invasa da stranieri.

    Se proprio vuole parlare male dei duumviri, dica che speravano che la rete desse ragione a loro, in modo da poter dare una strigliata ai dissidenti. Magari è davvero andata così (in realtà la spiegazione data da uno dei duumviri è ragionevole, ma naturalmente la si può non conoscere o, conoscendola, si può non crederle).

    Mi piace la sua cultura filosofica, e mi piacerebbe di più se lei tenesse conto della reale applicabilità in paesi grandi e popolosi come l’Italia.

    Cordiali saluti, Gottardo

  • Di Daniel di Schuler (---.---.---.180) 14 gennaio 2014 14:12
    Daniel di Schuler

    La ringrazio per avermi letto ed aver espresso tanto civilmente il suo dissenso.

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