Ranucci a Bruxelles

Il giornalista Rai e conduttore della trasmissione d’inchiesta Report, Sigfrido Ranucci, si è recato a Bruxelles per partecipare ad un dibattito promosso dall’europarlamentare dem Sandro Ruotolo.
Il tema del dibattito era la libertà di stampa. Ranucci ha sottolineato di essere sommerso da querele a seguito delle inchieste condotte su grandi aziende, politici e casi di cattiva amministrazione. Tuttavia, secondo alcuni, il suo lavoro tenderebbe a colpire prevalentemente una sola parte politica, quella attualmente al governo.
Il giornalista ha sollevato un interrogativo: è giusto essere sommersi da querele per il proprio lavoro? E non potrebbe questo configurarsi come un tentativo di mettere un bavaglio alla stampa?
“L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di giornalisti minacciati, soprattutto con querele temerarie”, ha spiegato Ranucci. “Va difeso il giornalismo libero, ma anche quei giornalisti che non hanno alle spalle una grande azienda come la Rai, ai quali non viene applicato l’equo compenso e che sono sottoposti a pressioni e querele da parte di politici e imprenditori criminali. Io mi sono fatto un’idea: questo è un Paese malato, talmente abituato alla propria patologia da considerarla normalità”.
Ranucci ha poi elencato i numerosi casi di azioni legali intentate contro di lui e la sua trasmissione da esponenti del centrodestra. “Dopo enormi pressioni politiche, la Rai ha cancellato dal palinsesto le repliche di Report, che rappresentavano una risorsa per l’azienda. Alla fine, sono rimaste soltanto cinque puntate”, ha dichiarato.
Secondo Ruotolo, “il decreto sicurezza rischia di segnare la fine del giornalismo. Ciò che sta vivendo Ranucci è un caso unico in Europa, e forse non solo”. L’eurodeputato ha aggiunto: “Quando la stampa viene messa a tacere, vengono messe a tacere le persone. Quando l’opinione pubblica viene manipolata, la libertà viene meno. Questo processo si chiama democratura o recessione democratica, ed è ciò che sta accadendo in Italia e in Europa”. Ruotolo ha poi attaccato duramente un esponente politico: “C’è un deputato, un vecchio fascista ripulito poi passato a Forza Italia, che perseguita Ranucci un giorno sì e l’altro pure: Maurizio Gasparri”.
Ranucci ha inoltre affermato di avere la “certezza” di essere stato spiato almeno tre volte dai servizi segreti italiani. Ha accusato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, di averlo fatto pedinare e di aver raccolto informazioni sulla sua attività. Sandro Ruotolo ha invocato l’intervento del Parlamento italiano affinché venga fatta chiarezza e si garantisca “che il giornalismo investigativo non venga mai più ostacolato da interessi politici o da forze esterne”.
Le parole di Ranucci hanno provocato la dura replica di Fazzolari, che ha rigettato categoricamente le accuse.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. La segretaria generale, Alessandra Costante, ha dichiarato: “Come già avvenuto nel caso Paragon, ci auguriamo che la magistratura faccia chiarezza sulla segnalazione fatta dal collega Sigfrido Ranucci”. Il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, ha aggiunto: “Questa denuncia rende ancora più preoccupante la recente approvazione in Parlamento dell’articolo 31 del Ddl Sicurezza, che obbligherebbe i giornalisti della Rai e, probabilmente, di tutte le tv a fornire ai servizi segreti tutte le informazioni richieste, abolendo di fatto la segretezza delle fonti”.
Il comma dell’articolo 31 del Ddl in questione prevede che “le pubbliche amministrazioni e i soggetti equiparati siano tenuti a prestare agli organismi del sistema di informazione per la sicurezza la collaborazione e l’assistenza richieste per la tutela della sicurezza nazionale”. Inoltre, estende tale obbligo alle società partecipate e a controllo pubblico. Lasciamo agli esperti la corretta interpretazione del testo.
Va precisato che il Ddl citato conferma un decreto legge del 2015, approvato quando al governo era il Partito Democratico. Questo decreto è stato rinnovato ogni anno e ora acquisisce valore definitivo. L’articolo 31, troppo lungo da riportare integralmente, riguarda le informazioni che i servizi segreti possono raccogliere in relazione al terrorismo internazionale.
L’accusa nei confronti di Fazzolari è molto grave. Il sottosegretario non solo l’ha respinta, ma ha annunciato che adirà alle vie legali.
Questa volta, però, Ranucci non avrà l’ufficio legale della Rai a difenderlo.
E se si trattasse dell’ennesima denuncia di Ranucci che, in tribunale, non riesce a dimostrare?
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