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Quote rosa: tra femminicidio e subalternità

Legge elettorale e quote rosa. Pasticci su pasticci. Premesso che questa legge elettorale è una truffa ai danni degli italiani, Renzi e Berlusconi hanno perso la tramontana. Innanzitutto il vecchio e il giovane, suo diretto discendente, stanno mettendo a punto una riforma per legittimare la loro permanenza in Parlamento tramite i pochi voti che racimoleranno e che li porterà a dire: ora siamo stati legittimati dal voto popolare, non senza aver fatto fuori le voci delle opposizioni, sale della democrazia.

Stanno cambiando così tanto le carte in tavola da far finta di non sapere che l'art. 51 della Costituzione prevede già la parità di genere durante una campagna elettorale. Il problema dunque sta a monte. Dal momento che hanno deciso di stravolgere le norme della carta costituzionale, è chiaro che nella competizione entreranno a pieno titolo uomini, in crisi di astinenza poltronifera.

Inoltre siccome ormai è costume che le nominate siano scelte dai loro capi cordata, per la piacioneria e il sex appeal possono tranquillamente soprassedere, nascondendosi dietro la barzelletta che nel PD con le primarie si possono scegliere le candidate da presentare alle elezioni. Donne candidate quelle che occupano la poltrona, da non aver battuto ciglio durante le nomine dei sottosegretari, sbilanciate incredibilmente verso cerniere di pantaloni in doppio petto. Un assurdo che dà l'idea di come questo Paese abbia perduto la bussola, tanto da far si che quelle stesse parlamentari, che non dovrebbero votare l'Italicum per ideologia di partito e assuefazione al capo, si comporteranno come quell'uomo che trovando la moglie a letto, non esita ad evirarsi i genitali.

Siamo all'assurdo e ogni giorno che passa assistiamo a fatti di cronaca che raccontano un paese reale, dove le donne vengono uccise per mano di uomini che non amano essere messi in discussione e donne che in parlamento dovrebbero rivoltare una mentalità come un pedalino, ma che poi ubbidiscono subendo l'ingiustizia. Insomma un bel dilemma. Le donne si accorgono di essere tali, quando si mostrano arrabbiate per presenziare in qualche associazione il loro status di subalternità, il loro dissenso, che finisce in una sfilata con qualche intervista, con buona pace di tutti.

Altro che femminicidio!

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