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Quirinale: Marini, Napolitano 2.0

Alla fine l'anno trovato, il candidato giusto per le larghe intese, per il nuovo clima di responsabilità e unità nazionale: Marini, Franco non Valeria, che oggi se la dovrà vedere con l'altro Franco (tiratore).
Questo nome infatti rischia di spaccare il suo (già diviso) partito e la coalizione di centrosinistra.

I renziani preferirebbero Amato, Prodi, magari D'Alema.
SeL fa sapere che non voterà Marini.

Il M5S alla fine aveva scelto Rodotà, vecchio anche lui, ma che almeno è una garanzia per la Costituzione.

E invece, alla fine l'accordo col PDL ha portato all'ex sindacalista. 
Il centrodestra ha apprezzato: lo conosciamo, con Schifani hanno lavorato bene, visti da un elettore di centrosinistra non credo siano proprio dei complimenti.



Avercene di gente come l'ultimo presidente: il primo comunista (ex) a salire sull'alto colle, sui giornali è stato descritto come il custode e il garante dei valori della Costituzione.

Eppure è quello che ha firmato tutte le leggi vergogna di Berlusconi: dal lodo Alfano al legittimo impedimento (questi due incostituzionali), al decreto salva Ilva, lo scudo fiscale, la legge Sacconi sui contratti in deroga.
Ha accettato senza nessun problema la nomina di Brancher come ministro (per poi fare un monito).
I moniti alla magistratura affinché non dessero fastidio a B. durante il G8 all'Aquila e durante queste consultazioni per la scelta del futuro governo.

“Bisogna garantire al Cavaliere la partecipazione politica” riporta l'Ansa. C'è poi la vicenda brutta dello scontro, del conflitto sollevato coi pm di Palermo per le intercettazioni delle telefonate con Mancino (da testimone a imputato per il processo sulla trattativa stato mafia).

E poi la scelta del governo Monti, la questione esodati, il caso Fiom a Pomigliano, la scelta dei saggi dopo il fallimento dell'incarico a Bersani, la grazia a Sallusti e quella al colonnello Usa Joseph Romano.

E ora vedremo cosa succederà in aula: se i grandi elettori vorranno salvare gli equilibri di potere, il palazzo, o il paese. Entrambe le cose non si possono fare. Anche per rispetto agli elettori.

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