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Quelle due piazze e la vittoria degli studenti

Due piazze, due mondi diametralmente opposti. Da un lato la folla di studenti che pacificamente ha invaso le strade di Roma. Ecco cos’è stato il corteo partito da La Sapienza. Dall’altra parte lo spezzone, minuscolo, che si è mosso da Piramide e che con gli studenti ha poco a che fare, rancoroso, frustrato. Quei pochi studenti che ci sono vengono messi in bella mostra, poco più di venti. Sono medi, visibilmente a disagio, utilizzati quasi come scudi. Dietro ci sono frammenti di un po’ di tutto. Si chiamano compagni e poi fra di loro si individuano più di un ultras che con i “compagni”, si sa, hanno ben poco a che fare. E poi insulti e minacce (alla fine anche ad personam) ai giornalisti, e slogan (da stadio) contro la polizia “serva” e “di merda”. Stadio. E poco altro di fossile dell’antagonismo.

Bene hanno fatto a prendere fisicamente le distanze gli studenti da questo manipoli di duri e puri che si nascondono dietro a qualche quindicenne. Depotenziandoli. È evidente che se fossero stati più dei duecento che erano si sarebbero sentiti assolutamente legittimati a ingaggiare lo scontro con la polizia. Ma erano poco, “nuddu”.

Dall’altra parte della città invece una piazza intimidita, certamente, che cerca in tutti i modi di tenere bassi i toni. Il ricordo del 14 brucia ancora. Come le minacce e le intimidazioni autoritarie e fuori dalla legalità dei tanti Gasparri, Alemanno, Maroni, Mantovano e Alfano. L’offesa più grande che è stata fatta a questa generazione è proprio la paura. La minaccia. L’intimidazione.

Alla fine mi rendo conto di aver sbagliato a seguire il corteo dei cosiddetti “duri”. Non meritavano nemmeno un frammento dell’attenzione che hanno avuta. E non mi illudo che si possano interrogare sulla loro sconfitta. In piazza. Una piazza che li ha posti lì, da soli, sotto gli occhi di tutti. Nudi con il proprio arsenale di slogan da stadio, atteggiamenti da coatti (e non si offendano i coatti veri) e qualche richiamo, timido, alla lotta di classe. Quelli che lottano per il futuro erano altrove. Non erano lì. E intanto va in scena la farsa dell’approvazione al Senato di una riforma senza soldi, con chiari elementi di anticostituzionalità, guscio vuoto di decreti che forse questo governo non sarà mai in grado di fare.

Qualcuno ha parlato di Centri Sociali. Ma quali centri sociali! I centri sociali sono cosa seria, gente che lavora sul territorio, nel sociale, con la gente quella vera.

E se ne rendano conto, i vari nostalgici che cercano ancora vendette su fatti che non ricordano nemmeno più e che con la politica e la società hanno ben poco a che fare, che non riusciranno più a mettere in atto i meccanismi del 14 dicembre, usare la folla dei manifestanti per innescare le loro presunte vendette. Non funziona più. Il gioco è stato svelato.

 

Originariamente su Gli Italiani

Commenti all'articolo

  • Di Toscana (---.---.---.3) 22 dicembre 2010 19:04

    Ma il brutto di quello che è successo e di quello che stà succedendo è quello di far infiltrare alcuni ragazzi non studenti solo per rendere tutti gli studenti dei fuorilegge e per avere il permesso di sparare sulla folla (dal film regole d’onore). Complimenti perchè gli studenti adesso lottano contro una legge e domani dovranno lottare contro molte altre ingiustizie della loro vita. E’ giusto manifestare il proprio scontento ma in modo pacifico.
    Ciao dalla Toscana

  • Di Franco Albertarelli (---.---.---.31) 23 dicembre 2010 09:22
    Franco Albertarelli

    Peccato però che alla fine avranno ottenuto ambedue esattamente la stessa cosa. In compenso i tuoi avranno qualche cosa in quello che la coda fra le gambe non è riuscita a proteggere. Gli altri almeno hanno sventolato i vessilli della lotta: quella vera. L’unica che sia mai riuscita a cambiare qualche cosa nella società; conquiste che la mollezza e la vigliaccheria di tanti altri ha dissipato. Ci sono momenti, caro mio, nei quali l’unica vittoria possibile è quella di rimanere uomini.

  • Di Pietro Orsatti (---.---.---.192) 23 dicembre 2010 09:44
    Pietro Orsatti

    non so, sento che manca qualcosa... tipo un "spezzeremo le reni alla Grecia"...

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