• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Quel “popolo senza politica” che ha voglia di politica

Quel “popolo senza politica” che ha voglia di politica

Quel “popolo senza politica” che ha voglia di politica

“Una politica senza popolo, un popolo senza politica”. Alla fine la questione è tutta lì, in questa frase scandita chiaramente da Nichi Vendola nel suo intervento alla manifestazione di piazza del Popolo. Perché è proprio lì, in questa scomparsa di collegamento fra popolo di sinistra e partiti, fra realtà e tatticismi politici, dove si è consumata la sconfitta del centro sinistra. E questa piazza, finalmente dopo anni unitaria e stracolma, è un segnale. Che i partiti devono cogliere, ora, senza esitazioni e con umiltà. Perché non ci saranno altre occasioni. Quel “popolo senza politica” di protagonismo e politica ne ha bisogno e voglia. E l’attuale classe dirigente del centro sinistra ha solo un’opportunità: starlo ad ascoltare. Pena l’estinzione di ceto e organizzazioni.

Bisogna dare atto che qualche segnale dal palco arriva. Sia da Bersani ma soprattutto da Vendola. Il suo l’intervento più seguito e applaudito. È il suo essere contemporaneamente intellettuale e popolare a renderlo efficace. Ma è nel retropalco dove si giocano da subito le carte di uno schieramento che ancora non c’è, che non riesce ancora a riprendersi dalla rovina dell’Unione, da quella coalizione tafazziana che si è consumata nel giro di un biennio. Sconfitta da se stessa, dalla sua autoreferenzialità, dal proprio immobilismo.
 
Ieri forse si è anche consumata la fine del “d’alemismo”, del bizantino ricercare compromessi al ribasso con una controparte, il berlusconismo autoritario di ieri e di oggi, che non ha mai rispettato un accordo sia a livello politico che istituzionale. Quel modo di fare politica deve essere archiviato, e il basso profilo che l’ex ministro degli esteri ha tenuto dopo la contestazione a piazza del Pantheon il giorno successivo all’approvazione del decreto “interpretativo” salva liste, non rassicura ma almeno consola.
 
Questo è un momento di coraggio e non di tattica, questo è il momento di andare a cercare l’unità (non l’Unione) su un programma e un’idea di Paese senza andare a cercare trattative al ribasso. Ripeto, questa è davvero l’ultima occasione.
 
Credits Foto: Marco Stefano Vitiello

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares