• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Quel brutto pasticcio delle commissioni bancarie

Quel brutto pasticcio delle commissioni bancarie

Con un decreto legge il governo ha di fatto reintrodotto le commissioni sui fidi, sui prestiti e sugli sconfinamenti bancari, che erano state eliminate in seguito a quanto previsto dall’articolo 27 bis del decreto sulle liberalizzazioni. L’eliminazione fu determinata dall’approvazione di un emendamento presentato dalla senatrice del Pd Anna Rita Fioroni.

Nel decreto, riguardo alle commissioni, in una nota il governo ha sottolineato che queste saranno “nulle solo se violeranno le disposizioni sugli affidamenti adottate dal Cicr ( comitato interministeriale per il credito e il risparmio) sulla scia del decreto Salva Italia, che prevede un tetto massimo dello 0,5% trimestrale per queste commissioni”.

Accogliendo poi l’ordine del giorno approvato dalla Camera anche sul credito alle imprese, il decreto legge prevede l’introduzione di meccanismi di monitoraggio dell’accesso al credito, con particolare riguardo alle aziende piccole e medie.

Il decreto governativo che ha introdotto di nuovo le commissioni bancarie ha recepito i contenuti di un ordine del giorno “bipartisan”, già citato, firmato da Stefano Fluvi (Pd) assieme a Stefano Saglia (Pdl), Andrea Lulli (Pd), Angelo Cera(Udc), Maurizio Bernardo(Pdl) e Catia Polidori (Popolo e territorio).

Quindi sono state accolte le richieste dell’Abi, l’associazione che rappresenta le banche italiane, che fin dall’inizio espresse la propria contrarietà alla cancellazione delle commissioni bancarie. Si dimisero infatti i vertici dell’Abi, a partire dal presidente Giuseppe Mussari.

Pertanto le banche ordinano e il governo, insieme alla maggioranza che lo sostiene, obbedisce.

Da notare la situazione particolare in cui si è venuto a trovare il Pd. Infatti l’emendamento che fu presentato per ottenere l’eliminazione delle commissioni bancarie, come ho già rilevato, era firmato da una senatrice del Pd, Anna Rita Fioroni, l’ordine del giorno in cui si chiedeva il ripristino delle commissioni è stato firmato anche da alcuni deputati del Pd.

Proprio un bel pasticcio, o meglio brutto, decisamente, soprattutto per il Pd. Del resto l’ordine del giorno firmato dai deputati del Pd era sostenuto dal segretario Bersani e dal responsabile economico Fassina.

La confusione in casa Pd è risultata evidente anche in seguito alle dichiarazioni della Fioroni, che non si è affatto pentita di aver presentato il suo emendamento.

Anna Rita Fioroni infatti ha dichiarato “il contenuto della norma cerca di risolvere un problema di fondo: dopo l’abolizione della commissione di massimo scoperto le banche avevano ripristinato commissioni poco trasparenti, per esempio su linee di credito che non vengono utilizzate, oppure sul mantenimento di una linea di credito. Oltretutto, queste commissioni non sono frutto di negoziazione, le banche te le impongono e basta”.

E quando i giornalisti le hanno chiesto di commentare la posizione di Bersani, lei ha risposto: “Bersani non dice come si risolve questo problema. Serve una norma volta a regolamentare in modo chiaro e trasparente il rapporto tra le banche e le imprese o i cittadini”.

L’Abi, c’era da aspettarselo, si è mostrata favorevole alla reintroduzione delle commissioni bancarie.

Infatti dall’Abi è arrivato il primo commento a favore del provvedimento che, proprio in quanto decreto, cancella anche il rischio più volte sottolineato dagli istituti di trovarsi di fronte all’ applicazione anche per un solo giorno della norma azzera-commissioni.

Con una nota l’Abi ha espresso dunque “soddisfazione e apprezzamento” per l’ intervento del governo “che risolve i rilevanti problemi” sollevati dall’ emendamento cancellato.

“Viene così superato il rischio di un negativo impatto sull’ accesso al credito che avrebbe provocato effetti nocivi per le banche, le imprese, le famiglie”.

Il decreto però ha sollevato le proteste di alcune forze politiche.

Il coordinatore di Futuro e libertà, Fabio Granata, ha detto che il “Fli contesta il metodo adoperato per tentare di reintrodurre le commissioni bancarie. È una decisione sbagliata e impopolare che dimostra sudditanza nei confronti dell’ Abi e del sistema bancario. Il Fli dunque in Parlamento si opporrà a reintrodurre qualsiasi forma di commissioni”.

Il Fli ha quindi “scavalcato” a sinistra il Pd.

E secondo Elio Lannutti dell’Idv “le commissioni uscite dalla porta rientrano dalla finestra”.

Io credo che la decisione di reintrodurre le commissioni bancarie sia profondamente sbagliata. Diversi osservatori hanno rilevato che l’eliminazione delle commissioni era da considerare un intervento dirigistico, come se dovessero essere solo le banche a stabilire se le commissioni vanno applicate e il loro livello. Ma, in primo luogo, occorre considerare che quello bancario è un mercato non concorrenziale ed oligopolistico, nel quale le banche, proprio tramite l’Abi, si accordano sugli aspetti più importanti della loro attività e forse, data questa situazione, degli interventi decisi, non so se possono essere definiti “dirigistici”, da parte del Governo e del Parlamento, sarebbero più che opportuni, per quanto riguarda il funzionamento del sistema bancario.

Inoltre, come rilevato da Carlo Milani in un articolo pubblicato su La Voce, “Negli ultimi mesi il 75% delle piccole e medie imprese italiane ha registrato un incremento dei tassi d’interesse, mentre per quasi il 65% sono aumentate le commissioni bancarie applicate sui finanziamenti. Per quanto riguarda le famiglie, dal 2010 sono pressoché raddoppiate le commissioni bancarie applicate sui mutui immobiliari. Stesso discorso si può fare per il credito al consumo. E sono costi che crescono più in Italia che negli altri paesi europei”.

Pertanto sarebbe auspicabile che il decreto che ha reintrodotto le commissioni bancarie non sia approvato dal Parlamento. Mi rendo conto quanto sia difficile che ciò avvenga, dati i precedenti, soprattutto l’ordine del giorno “bipartisan”. Ma sarebbe necessario tenere in considerazione soprattutto le esigenze dei clienti delle banche e non l’interesse di queste ultime e dei banchieri. E’ un’eresia? Penso proprio di no.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.235) 28 marzo 2012 09:56
    Damiano Mazzotti

    C’è la crisi ... ma i papponi politici e burocrati finanziari succhiano più che mai... non so fino a quando potrà durare... i giovani scappano all’estero... gli imprenditori scappano all’estero...

    Quelli che restano in Italia sono sempre meno è un bel giorno decideranno di non pagare più le tasse... niente tasse significa nessun stipendio per politici e burocrati, che perderanno poltrona e stipendio e finalmente dovranno trovarsi un lavoro davvero redditizio e utile alla società... Se la gente facesse lo sciopero fiscale di massa ci sarebbe da divertirsi anche perchè gli statali nsenza reddito e lavoro non possono fare controlli... senza stipendio molti andranno a chiedere la verdura di scarto ai mercati generali e ai supermercati... oppure andranno avanti con i soldi rubati negli anni passati...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares