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 Home page > Tribuna Libera > Quando si buttano sotto il treno

Quando si buttano sotto il treno

Credo che non lo abbiano neanche detto al TG, forse non fa più notizia, ma giovedì a Milano un uomo si è suicidato buttandosi sotto un treno della MM. Era però la prima volta che mi capitava di assistere a un fatto del genere e vorrei raccontarvelo. 

Tutti giù dal treno, poi si accorgono che non è in quella stazione che può arrivare la navetta, quindi tutti su di nuovo e tutti giù a quella dopo: una massa enorme che si accalca sul piazzale ma nessun autobus in vista. Dopo 40’ un addetto ATM ci dice che non è li che dobbiamo aspettare ma sulla statale (2 km a piedi). Vabbè. 

Nel frattempo bestemmie e imprecazioni in 5/6 lingue, commenti tra il furibondo (“paese di m...”), il fatalista (“quando capita c’è poco da fare”), il divertito (“guarda quella...”), studenti che comunicano forsennatamente con 2 smartphone, uno all’orecchio e l’altro in mano - si vede che è la nuova moda - e il tempo che scorre inesorabile e la rabbia che monta. 

Nessuna pietas ma solo fastidio per il suicida (“Non poteva buttarsi dal 7° piano? Non possono mettere delle barriere come a Tokyo (?)).

Poi cominciano ad arrivare gli autobus, e allora la massa si sposta 50 metri più indietro, così c'è chi sale per primo, gli altri si incazzano e cominciano a rumoreggiare. Io comincio a divertirmi, tanto il mio appuntamento ormai è saltato. 

Si sparge la voce che il fermo è dovuto al magistrato di turno che non viene a sbloccare il cadavere, e allora precipita bruscamente il gradimento della magistratura, c’è persino qualcuno che rivaluta Berlusconi. Poi si vede che arriva perché il traffico riprende, e dopo 4 ore e mezza tutto finisce. Che dire?

Forse non siamo portati per le emergenze, peggio il tacon del buso, come dicono in Veneto, forse la prossima volta basta che al magistrato di turno dicano che prima bisogna occuparsi di quelli che si buttano sotto i treni. Tutto il resto – come diceva Mussolini a proposito di governare gli italiani – non è difficile. E’ inutile.

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