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Proposta Sarkozy, die hard

Sembra che la famigerata proposta Sarkozy contro il P2P non abbia intenzione di lasciare il campo alla ragionevolezza. L’ho già ripetuto più volte, è come se aleggiasse, in Francia come in Italia, dove non mancano gli estimatori della proposta, una latente propensione al controllo.

La tendenza è quella dell’assioma per cui maggior vigilanza, o meglio la limitazione delle libertà, significhi necessariamente garanzia di legalità. Un’interpretazione del controllo e della prevenzione che, se “difficilmente” possono passare nel caso della criminalità reale, mal si adattano nel caso della pirateria digitale.

Nonostante ciò, sembra che la commissione europea esaminerà la proposta francese per la regolamentazione del peer-to-peer. Secondo le parole di Meglena Kuneva, Commissario europeo per la protezione dei consumatori, “la Commissione vuole cercare un equilibrio tra la libertà di informazione e il diritto d’autore al fine di sviluppare politiche efficaci contro la pirateria online”.

Lo scorso 24 settembre, nell’ambito del Pacchetto telecom, il parlamento europeo si era pronunciato respingendo la proposta e ribadendo che la connessione internet è una libertà fondamentale dell’individuo che non può essere negata solo per combattere la criminalità informatica.

Ora la palla passa alla Commissione europea che dovrebbe vagliare la proposta.

Nonostante la sentenza plenaria del Parlamento europeo bisogna comunque mantenere alta la guardia. Controllo e prevenzione non si addicono alla filosofia libera del web.

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