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Presadiretta speciale elezioni - L’Italia ha deciso

L'Italia ha deciso, questo il titolo della puntata scelto dai giornalisti di Presadiretta per commentare il voto: l'Italia ha deciso di dare fiducia (almeno la maggioranza relativa) a Giorgia Meloni, giovane ex ministra del peggior governo Berlusconi, ex giovane missina, ex politica che guardava con rispetto a Putin e all'atlantismo di estrema destra di Bannon. 

Oggi fulminata sulla via dell'atlantismo (quello buono, pare), dell'europeismo. Almeno all'apparenza.

Come mai gli italiani hanno fatto questa scelta radicale? I giornalisti di Presadiretta hanno seguito questa campagna elettorale e qualche risposta alla domanda l'hanno trovata.

Se si vuole far parte della storia si deve comprendere la responsabilità di comprendere milioni di persone .. sono le prime parole pronunciata dalla vincitrice di queste elezioni.

Dal 4% nel 2018 è arrivato al 26%, come ha fatto? Difendendo, almeno a parole i balneari, le piccole imprese, che il governo Draghi voleva riformare mettendo a gara le concessioni.
I balneari hanno votato la Meloni, che ha sostenuto la loro battaglia.

Poi ci sono i pescatori, messi in crisi dal rincaro dell'energia: anche loro hanno votato Meloni che ha promesso di occuparsi di loro. Gente che ha votato altro e che ora ha scelto di provare Fratelli d'Italia.

Crosetto, fondatore di FDI era alla cena elettorale, né di destra né di sinistra, l'importante è far vincere l'Italia – raccontava alle persone venute ad ascoltarlo.
Meloni invece era di fronte alla platea di confcommercio: anche a loro ha promesso di non lasciarli soli di fronte ai loro problemi.

Giovani, ascoltati dai giornalisti, raccontavano di voler votare Giorgia, perché “la sentivano vicina, vicina al popolo”. Un faro, per i giovani in cerca di una identità, perfino una identità che sa di vecchio come Dio patria e famiglia.

E che di fronte all'inno di Mameli sono pronti a sbandierare tricolori, a ripetere i versi che parlano di Roma e di vittoria.
La sinistra? Ci sono persone che hanno votato sinistra e hanno visto il partito abbandonare operai e lavoratori.
Da una parte la sinistra che ha fatto della lotta al bau bau la sua cifra elettorale, dall'altra la popolare della Garbatella che vendeva un altro sogno, molto concreto.
Alessandro Campi, politilogo commentava queste immagini: c'è il voto politico nostalgico, ma attorno a questo voto ci sono anche altre persone, ex elettori di sinistra, persone che si sono sentite abbandonate dalla politica, come commercianti e piccoli imprenditori.
La Meloni offre a queste persone l'orgoglio nazionale, come collante per questa comunità che si sente spaventata: un valore retorico ma anche pratico, perché ha funzionato.

Dove ha vinto FDI? Diamanti di You Trend racconta che questo partito ha vinto dappertutto, eccetto poche zone, nelle zone rosse in Emilia o in Campania.
Sia periferie che centro, sia giovani che vecchi (secondo partito tra i giovani, cosa incredibile per un partito che deriva dal movimento sociale).
 

Il crollo di Salvini.

È finito il tempo del Papeete e dell'uomo solo al comando. Cosa è successo?
Fabio Benetti è un imprenditore ed ex esponente leghista: ha abbandonato il partito a Rovigo dopo aver visto il partito abbandonare il territorio, partito che era presente più sui social che non nella provincia.
All'imprenditore Fabio Benetti non interessano gli sbarchi o il DDL Zan, ma se la sua attività andrà avanti: ora ha dato fiducia a FDI, che in Veneto ha raddoppiato i consensi.

LA Lega è morta per mano di Salvini racconta Giovanni Fava, ultimo sfidante di Salvini al congresso: l'elettore del nord vuole meno stato, mentre la ricetta di tutti i partiti è più stato, compresa la Meloni.
Come è possibile?

Luigi Cardinetti, leghista della prima ora, è a capo di una azienda nel bergamasco: Salvini ha perso di vista i suoi valori, come il federalismo. Bisogna fare un minimo di politica industriale in questo paese.
L'abbraccio col M5S per il reddito di cittadinanza è mal visto da questi imprenditori, che vedono nel reddito solo un incentivo per non lavorare.
Anche in Valle Imagna la Lega ha stancato: basta selfie, basta dirette su tik tok, basta con questi social. Questi imprenditori, questi amministratori locali chiedono autonomia, chiedono aiuto per superare questa crisi.
Il sogno della Padania libera, per la liberazione del nord dal sud fannullone, è stato abbandonato da Salvini e ora gli elettori lo hanno abbandonato.
A Pontida, nel recente raduno, si è risentito parlare di autonomia, indipendenza, libertà: si farà con la Meloni?
“Paroni in casa nostra” diceva Zaia dal palco di Pontida, vale anche se si rischia di mettere in crisi il governo. Cosa farà adesso il segretario, farà cadere il governo di destra che ha appena vinto le elezioni, impuntandosi con la secessione del nord?

I voti, racconta Diamanti, che i voti della Lega si sono travasati verso FDI: questo potrebbe mettere in discussione il futuro governo? La Lega nazionale come progetto è fallito – il commento del politologo Campi – Salvini ha tolto la Lega dal territorio, portandolo nell'universo comunicativo del mondo dei social, ma è un mondo molto volatile.

Questo governo non avrà il tempo della luna di miele, dovrà occuparsi subito dei problemi del paese, dal sostegno alle famiglie ai rincari energetici: la Lega e FDI non potrà mettere sul tavolo autonomia, presidenzialismo.

La retorica del difendiamo gli italiani non funziona, nel lungo termine in Italia e in Europa: Meloni, sostiene Campi, si metterà in scia con la linea economica del governo Draghi, con i suoi impegni in Europa, da quel punto di vista non ha fatto promesse eclatanti.
 

Il viaggio a Mirafiori

A Mirafiori chi votano gli operai? Non votano, dicono le persone intervistate, davanti la fabbrica di Stellantis. L'esperienza di queste persone è stata vedere la politica prendere scelte che hanno peggiorato la loro vita. Ci sono poi persone che hanno deciso di votare a destra, accusando il PD di aver votato la Fornero, il Jobs Act, la precarizzazione del lavoro.

Avio Aereo fa componentistica per aerei militari: il voto utile agli operai ha dato fastidio, il PD è visto come lontano dal ceto medio, lontano dai problemi dei salari, delle bollette, delle tutele tolte nel lavoro.
Tesi confermata dal sindacalista Airaudo: nonni che continuano a lavorare e figli con contratti a tempo, lavoro instabile, lavoro povero.

A Roma alcuni esponenti dei giovani democratici hanno scritto una lettera per Letta: la lettera dei giovani democratici contesta a Letta di essere schiacciato dalla linea Draghi. Il segretario non ha mai risposto, ma la lettera ha suscitato un vespaio, perché i panni sporchi nel PD dovevano essere lavati in casa.
Il PD da sempre più l'idea di essere un partito per una cerchia – scrivevano gli autori – dimenticandosi che i giovani sono persone normali, con problemi della vita di tutti i giorni, altro che eccellenze da valorizzare. Accusano il partito di non avere una visione del paese, della società.

L'ultima roccaforte della sinistra è Reggio Emilia: qui è nata la prima farmacia comunale e oggi l'amministrazione ha come obiettivo la distribuzione dei farmaci alle famiglie. Nel resto del paese le farmacie pubbliche sono state privatizzate.
Le farmacie comunali fanno utili, 8 ml ogni anno, che contribuiscono al bilancio del comune: sono soldi che fanno gola alle multinazionali, ma il comune ha detto no ai soldi e al profitto facile.



A Reggio ci sono farmacie comunali, percorsi per disabili per avere una città a misura di tutti, biblioteche aperte senza barriere, libri anche per chi non può leggere.
Reggio Emilia è una città inclusiva, accoglie immigrati, disabili da fuori, che qui si sentono cittadini come tutti gli altri.

Musei popolari senza biglietto, cinema comunali dove è il comune che sceglie cosa proiettare, per fare vera cultura. Gli asili nido costano 20ml di euro l'anno e sono i migliori in Italia, perché qui è dove si costruisce la comunità.

“Non ci sono soviet ad Emilia” dice un esponente del comune: il centro sinistra ha tenuto a Reggio, ma nel resto del paese e nella stessa Emilia, c'è solo destra.

IL PD vince nelle zone benestanti della città ma perde nelle periferie a più basso reddito, con una mappa che è la stessa del 2018 – raccontava Giovanni Diamanti guardando la cartina del voto a Torino.
 

In studio era ospite Marco Damilano che ha lamentato che, in nome delle regole della campagna elettorale, si è limitata la comunicazione giornalista, come i faccia a faccia.
“Il vuoto è la parola chiave della politica” ha spiegato Damilano, un vuoto cominciato con la crisi dei partiti, fenomeno acuito dalla crisi economica. I segretari di partito hanno iniziato a preoccuparsi delle liste (dentro cui inserire amici), dimenticandosi delle persone e dei loro problemi.

La Meloni ha riempito questo vuoto, ma è la comunicazione, non è la rappresentanza. Questo vuoto verrà riempito ancora per lungo?

La rimonta del M5S

Conte ha rimontato dalle sue posizioni, specialmente nella sua campagna elettorale al sud, dove l'ex presidente Conte ha fatto diversi bagni di folla nelle piazze.
Anche qui troviamo persone coi loro problemi, a cui il M5S ha dato come risposta parziale il reddito di cittadinanza, Conte ha pure proposto anche un salario minimo legale.

Il sud è quella parte del paese dove le persone devono abbandonare la loro terra per lavorare, per curarsi, per studiare. Dove mancano i servizi pubblici. E che la politica si è dimenticata.
Conte al sud ha ottenuto un trionfo, ha ottenuto un forte consenso tra i giovani.

Il movimento è passato dalle vecchie parole d'ordine, né di destra né di sinistra, a parole d'ordine di sinistra: salario, tutele, sostegno a chi è in difficoltà.

Il partito degli astenuti.

Il 37% degli italiani ha deciso di non votare, chi sono?
In Calabria, comune di Palmi, qui quasi la metà degli aventi diritto ha scelto di non votare: “prima mi aprono l'ospedale e poi voto”, le persone aspettano un ospedale da 14 anni mentre nel frattempo è stata aperta una discarica vicino ad una falda.
La politica qui non ha rappresentato le istanze delle persone: meglio bruciare le schede o metterle in un'urna fittizia.
In Basilicata l'astensione è al 34%, il tasso di occupazione è al 50%, molti di questi occupati nelle multinazionali. Qui è difficile trovare qualcuno felice di andare a votare – raccontava il servizio: votare non ha senso, non da speranza.

In Basilicata i partiti hanno paracadutato esponenti da altre regioni, come la Casellati, Amendola, Turco. Col taglio dei parlamentari si è passato da 13 a 7 senatori e deputati, quasi la metà: il patto sociale tra politica e cittadini è saltato per questi motivi, causando l'astensionismo, paradossalmente nelle regioni più povere dove la politica servirebbe.

Ci sono poi gli studenti o i lavoratori fuori sede che non hanno potuto votare perché non potevano permettersi di spostarsi: siamo l'unico paese in Europa che ancora non ha istituito il voto a distanza (e non ci ha pensato né il PD né la destra).
Se si sommano i fuori sede ai lavoratori che non si sono potuti permettere di spostarsi ai arriva a 9 milioni di elettori: la democrazia in Italia è a rischio, si sta trasformando in una oligarchia, un gioco per poco, per pochi borghesi (come sosteneva Damilano).

Si svuota la democrazia, col voto che diventa elezione dopo elezione più inutile. E alla fine la democrazia non c'è più.
 

Il voto dei giovani

Il m5s rimane il primo partito tra i giovani e FDI è il secondo: questi i numeri di Youtrend.
Il terzo polo supera il 10% tra i giovani: il 7% è un buon risultato, forse le previsioni alte iniziali non si sono verificate ma rimane una buona performance.
 

Quali argomenti hanno appassionato i giovani? La disoccupazione, l'ambiente e i cambiamenti climatici, le tasse, i diritti civili …
Il clima è stato il grande assente di questa campagna elettorale, nonostante questa sia avvenuta nell'estate più calda che è terminata con la tragedia nelle Marche.
A Milano i ragazzi di Ultima generazione hanno manifestato davanti al comune, come stimolo per far invertire la rotta al paese sul clima.

Sul clima si sono impegnati anche i Friday for future che contestano ai partiti il greenwashing, il negazionismo del cambiamento climatico: basta col gas, col carbone, con la trivellazioni nell'Adriatico.

Ogni anno sarà peggio: a dirlo non sono studenti con la speranza di cambiare il mondo, ma il premio nobel Parisi.

In Campagna elettorale la crisi climatica è stata citata nello 0,35% delle loro dichiarazioni: doveva essere al centro della campagna il clima, la siccità, il disastro sulla Marmolada ma invece i politici non hanno contezza del problema, non hanno una visione.

Si rischia di arrivare ad una visione nazionalista del tema climatico, ogni paese fa storia a se, come in inghilterra.

Come affronterà questi temi il governo Meloni? Seguiranno la strada di Cingolani e Draghi di depotenziare le rinnovabili, di prendere tempo, di mettere davanti a tutto l'economia e il presente?

Allora le emergenze diventeranno la normalità, come siccità e bombe d'acqua.

Questa è la matrice della destra italiana, vicina ai Bolsonaro e lontana dai giovani, chiamati “gretini”.

Le conseguenze sui mercati

Lo spread non è mosso a 24 ore dal voto: Draghi dal meeting di Rimini ha lanciato un messaggio alla finanza internazionale, che ha fatto una scommessa sul fallimento della nostra economia, causando una instabilità sui mercati. Gli investitori sono preoccupati per le promesse fatte dai partiti, specie quelli del centro destra che causerebbe un aumento del debito (da uno studio fatto da Barkalys). E l'Europa ci proteggerà solo se noi saremo credibili nel rispetto dei progetti del PNRR.

Certo se ci schierassimo contro l'Europa, con l'Ungheria, quello scudo dall'Europa potrebbe mancare.

L'Italia difenderà i suoi interessi nazionali – gridava dal palco la Meloni: in Europa dopo il voto fatto da FDI e Lega a favore dell'Ungheria inizieranno a guardarci male.

Se iniziamo, per esempio, a sostenere che il diritto italiano prevale su quello europeo, come potremmo gestire dispute con aziende europee?

Vogliamo schierarci col paese che non rispetta i diritti civili, non rispetta l'indipendenza dell'informazione e della magistratura?

La Meloni ha dato prove di fedeltà atlantica, ma questa non coincide con l'europeismo: trumpismo e nazionalismo non coincidono con le idee di chi vuole mettere a favor comune problemi come il clima, il debito, la giustizia sociale. Cosa farà la Meloni finita la luna di miele (che durerà poco, tra l'altro)? Tirerà fuori il nemico esterno con cui prendersela? La cattiva Europa, i migranti...

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