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«Posso offrire un po’ di Cannoncello?»

Nel corso di una perquisizione i Carabinieri scoprono un recipiente di vetro con foglie di cannabis a macerare nell’alcol

NAPOLI - La cultura dell’accoglienza ha da sempre contraddistinto i campani in generale ed i napoletani in particolari. Fin dai nostri bisnonni e forse anche prima l’ospite era sacro. «Gradite un bicchierino di rosolio o faccio un po’ di caffè» era ed è ancora oggi la frase che si esclama, in tutte le case, all’accomodarsi di una persona che fa una visita di cortesia.

I tempi però cambiano, i ritmi della vita son più frenetici ed in pochi oggi possono permettersi di preparare in casa il proprio rosolio e quindi l’acqua di perfetto amore è stata sostituita dalle bottiglie di liquore, limoncello in testa, comprate alla grande distribuzione.

 

In una famiglia del quartiere Chiaiano, però, l’abitudine di preparare in casa il liquore ha resistito al tempo ed allo stress della vita quotidiana. Ma attenzione, nessun quadretto bucolico o ritorno all’antica ma un puro disegno criminale. Sì, perchè il soggetto in questione, scoperto dai carabinieri, non coltivava limoni biologici o mandarinetti ma aveva un piccolo orto ricavato in un area boscosa con dieci piante di...cannabis e, in un recipiente di vetro, i militari della locale stazione hanno trovato a macerare nell’alcol numerose foglioline di queste piante.

Il ritrovamento della piantagione ha fatto scattare le manette ai polsi del proprietario dell’abitazione, M.C. un 60enne già noto alle forze dell’ordine, ora resta da capire se il liquore che stava producendo, il "cannoncello", era destinato alla vendita oppure era riservato per gli ospiti del sessantenne.

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