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Piombino: per attaccare il sindaco Ferrari, Giani capovolge la realtà

Oggi, alle 11, in piazza Duomo 10, Idra farà omaggio al presidente-commissario di una copia del distopico “1984” di George Orwell: la ‘grande stampa libera’ è invitata.

Particolarmente infelice (e, se ascoltata in tv, anche più avvilente) la nuova prova di (in)cultura di governo che, per giustificare i propri disastri, dà della realtà una rappresentazione perfettamente rovesciata.

Ancora una volta solo in favore di telecamere e cronisti silenti, s’intende: gli unici interlocutori con cui risulta che l’uomo si relazioni.

Perché egli proprio non riesce a uscire dal Palazzo che lo blinda. E’ l’intera vicenda della (tentata, ma non ancora riuscita) imposizione di un rigassificatore a Piombino ad attestare questa sua radicale assenza dalla scena della democrazia, dal primo giorno ad oggi.

In realtà una sola compagine civica il presidente-commissario Eugenio Giani ha incontrato: quella composta dal sindaco, dalla giunta e dal consiglio comunale di Piombino. E lì ha trovato non soltanto una fiera e argomentata opposizione al progetto, ma anche la documentata denuncia del pesante credito insoluto, materiale e morale, che la comunità della Val di Cornia ha visto crescere negli anni.

Ma cos’è che richiede, oggi, il nuovo codice della ‘politica’? Capovolgere i dati della realtà, confidando nell’azione anestetica dell’‘informazione’.

E così, nel suo racconto ieri a margine di un evento all'ospedale Palagi di Firenze, risulta che a Eugenio Giani dispiace l'assenza del governo della città di Piombino sui temi che la riguardano".

Ci vuol coraggio (o una buona dose di spudoratezza?) a definire “assenza” l’assidua e appassionata presenza del sindaco, della giunta e del consiglio comunale, gomito a gomito con la cittadinanza, su un tema che proprio lui, il presidente-commissario, ha evitato accuratamente di illustrare e discutere con quella comunità. Non l’ha fatto in prima persona. Non l’ha fatto attraverso esponenti della sua giunta, o tecnici dei suoi uffici, o altri soggetti provvisti di un qualche ruolo istituzionale.

Il presidente-commissario ha semplicemente imposto. Con Giani la Repubblica e lo Stato si sono semplicemente nascosti!

"A strappare il memorandum Piombino - ha aggiunto Giani - sono stato io, finora me ne sono occupato solo io, mentre il sindaco pensa a fare ricorsi al Tar”.

Come dovremmo commentare una dichiarazione del genere, quando quel ‘memorandum’ si compone di tanti impegni che Piombino attende vanamente di vedere onorati da lustri e – se non andiamo errati – non ha a sua volta il supporto di uno specifico impegno di spesa?

Con un’ultima caduta di stile, il presidente della Regione Toscana conclude, ancora riferendosi al sindaco: “Pensa a fare l'avvocato, che era la sua professione, però tutto questo non va nell'interesse della città che amministra".

Quanti punti esclamativi dovrebbero seguire un enunciato così avventato?

Ma il nostro è ben in grado di spingersi nell’analisi oltre i confini del mar Tirreno e della nazione Italia: “Da un lato Putin è sempre più isolato, si vergogna anche ad andare al vertice del G20”, dall'altro “gli atteggiamenti sono sempre più portatori di atrocità, addirittura le bombe ieri sono arrivate in Polonia". Qualcuno potrebbe informarlo sulla provenienza di quelle bombe?

In ogni caso, Idra provvederà a consegnare simbolicamente al presidente Giani una copia con dedica della guida-principe alla ‘neolingua’ e al ‘controllo della realtà’: “1984”, di George Orwell. Si può sempre migliorare.

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