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Piero Grasso e LE: cominciamo bene

Pochi giorni fa, Renzi punzecchiava Grasso dicendo che, in realtà, in Liberi ed eguali a comandare sarà D’Alema. Immediata la replica stizzita del neo capo di Le : “Io comandato da D’Alema? E’ una vita che guido, se ne accorgeranno”. Dove: “Guido” sta al posto di “Comando”e “Se ne accorgeranno” è rivolto a Renzi ma è sottinteso, anche a D’Alema.

Nell’intervista, il Presidente del Senato, ricorda di aver diretto collegi giudicanti ed importanti uffici giudiziari e, pertanto, di sentirsi perfettamente in grado di guidare anche una forza politica (come dire: per tutta la vita ho prodotto vino, ora posso dirigere un albergo a cinque stelle).

Dalla lettura del pezzo ricaviamo facilmente che:

a. Grasso interpreta il suo ruolo in termini monocratici e non collegiali;
b. ha perso una magnifica occasione per nascondere il suo narcisismo rispondendo con ironia a Renzi o quantomeno, standosene zitto;


c. non sospetta le differenze che passano fra il dirigere un ufficio giudiziario e guidare una forza politica;
d. in breve arriverà a litigare aspramente con D’Alema (ma, secondo me, via via con tutti gli altri);
e. non accenna ad un filo di autocritica su come ha fatto il presidente del Senato;
f. si prende troppo sul serio.
Complimenti: una presentazione perfetta per un nuovo leader politico!

Capiamoci: Le andrà bene alle elezioni e Grasso contribuirà al successo perché si sta creando una illusione ottica per la quale Le appare come una forza in ascesa per effetto della frantumazione del Pd e non sarei affatto sorpreso se superasse il 7% e si spingesse sin sotto il 10%. Ma Grasso, in questo senso, si rivelerà un nuovo Bertinotti che ha portato il partito alle sue punte massime per poi sprofondarlo sotto clausola di sbarramento. Ma con una differenza: che Bertinotti per compiere la sua parabola ci ha messo 14 anni, mentre a Grasso basteranno pochi mesi per cadere (e noi speriamo che ciò capiti prima che faccia troppi danni alla sua formazione politica) e c’è un’altra similitudine fra i due: Bertinotti ha guidato un partito e dopo è stato Presidente di uno dei due rami del Parlamento per poi finire nel niente, mentre Grasso ha prima presieduto una delle assemblee parlamentari e dopo un partito, e, dopo, finirà nel niente.

Il guaio è che la nuova formazione della sinistra (un’occasione d’oro per ricostruire una sinistra decente in questo paese) somiglia troppo al partito da cui è uscita e sta facendo fesserie a getto continuo (nessun tentativo di realizzare una partecipazione democratica di base, l’inseguimento a tutti i costi di un “capo” come se questo fosse l’unico problema della sinistra in Italia, nessuna attenzione a formulare proposte politiche qualsivoglia, solito verticismo di piccole sette dirigenti, mancanza di iniziativa politica…). Se continuano così, già alle europee rischiano di calare.

Spero di sbagliare e che Grasso si dimostri un grande leader politico portando il partito ai migliori risultati, ma per ora mi sembra il De Gaulle della Vucciria.

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