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Piccola fenomenologia bersaniana

Il Bersani di giovedì ad Annozero vs Travaglio? Tra il patetico, il peripatetico e Laura Pausini.

E’ bene raccontare, quando ci si trova al cospetto del ripugnante. Perché, pure, è necessario sgomberare il campo dall’equivoco che sta circolando in rete: il Bersani visto ad Annozero non è stato per nulla “grandioso”, né motivo per i “finalmente!” del caso. E’ stata, a dirla tutta, una discesa al campo del centrodestra: gridare per loro, però. Per questi piagnucolare. Lacrima in fronte e nell’occhio, Bersani non ci sta a lasciare che Travaglio si faccia beffe del Partito Democratico. Come? Con un monologo isterico, malinconico. All’elettore è concesso di gioire -e se non lo fate al diavolo – per qualcosa che ricorda piuttosto gli assoli di chitarra nelle canzoni della Pausini, quelli che infilano nelle canzoni per dar loro una credibilità musicale. Quelli che se di musica ne sai, rifuggi. E che se ascolti la Pausini non noti affatto.

“Allora vi dico”, si lascia scappare: “girate per tutti i partiti di sinistra e chiedete cosa succede nelle fabbriche”. Risposta, credo che saperlo lo sappiano. “Chi li ha difesi, questi operai?”, chi, segretario? “Il Pd“. Cataclisma. Panico.

Interdizione. Travaglio bocca aperta. Come, se è lecito? E’ presto detto: “Avremo limiti, difetti, ma siamo un partito del centrosinistra con la schiena dritta, che merita rispetto”. Eh. Quindi? Superata a fatica l’improponibile immagine di un Enrico Letta in posizione eretta, Norma Rangeri fa notare: 200mila firme in 2 giorni per l’acqua pubblica e voi nisba. Perché?

“Io sono per l’acqua pubblica. Ti dirò di più: io credo che l’acqua sia di Dio“. Amen.
U‘

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