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Petizione: "No agli inceneritori - Facciamo un passo indietro"

Dal 3 settembre 2012 è on line sul sito di Avaaz una raccolta di firme denominata: No agli inceneritori – Facciamo un passo indietro.

Firmare una petizione on line è solo un gesto simbolico ma quando le firme raccolte diventano migliaia, si può cominciare a parlare di possibile pressione della volontà popolare sugli organismi politici.

Questa petizione, contro la devastante pratica dell'incenerimento, è formulata in termini molto semplici ma va diritta al centro della questione: chiusura di tutti gli impianti che usano la combustione per produrre energia e divieto di costruirne di nuovi. Pochi lo sanno ma in Italia la potenza nominale installata è quasi il doppio della punta massima richiesta (rapporto annuale di TERNA sull’energia in Italia)! Questo vuol dire che non c’è alcun bisogno di nuove centrali ma di razionalizzare, ottimizzare e rendere efficienti gli impianti già esistenti.

Sostituire impianti a combustibili fossili con le vere rinnovabili come il microfotovoltaico o il microeolico, ammodernare la rete di distribuzione e studiare nuove tecnologie che permettano di immagazzinare i surplus di energia prodotti: questa è la vera sfida e non ricorrere alla combustione che a fronte di una piccola quantità di energia prodotta, sversa nell’ambiente veleni, ceneri, fumi, polveri e nanopolveri micidiali. Non dimentichiamo mai che il pianeta Terra è un sistema chiuso: tutto quello che vi introduciamo resta là in eterno. Tutto quello che consumiamo, se non è rinnovabile, prima o poi finirà. E’ proprio ora di fare un passo indietro e pensare al futuro, perché questa Terra non l’abbiamo in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli.

Avaaz è un'organizzazione potentissima, in grado di raccogliere milioni di firme in pochi giorni per le più svariate petizioni. Accusata da più fronti di essere guidata da sofisticate menti “illuminate” e di poter manipolare l’opinione pubblica, resta il fatto incontrovertibile che le petizioni proposte raggiungono milioni di persone in tutto il mondo. Sta poi ad ognuno saper scegliere quale condividere e quali no. Ora Avaaz sta testando questa particolare piattaforma messa a disposizione dei singoli cittadini per proporre in prima persona le petizioni. Il limite grande è però che le singole petizioni proposte dai cittadini possono essere raggiunte solo su invito o sapendo quale link cliccare. Da qui la necessità per ogni promotore di farsi carico della pubblicizzazione e della divulgazione dell’iniziativa in modo autonomo e per ogni firmatario che abbia a cuore l’argomento, di adoperarsi il più possibile, per passare parola ed aggiungere nuovi firmatari.

Nonostante la semplicità del gesto (ci vogliono solo pochi secondi per firmare e basta fornire nome, cognome ed un indirizzo mail) in 10 giorni sono arrivate solo 137 firme. Forse le persone pensano che firmare una petizione on line sia inutile. Forse non c’è abbastanza pubblicizzazione dell’iniziativa. Forse l’argomento in realtà non interessa molto. Personalmente non so rispondere con certezza a questi dubbi. Una cosa sola so con certezza: se si rimarrà in 137, sicuramente sarà stato inutile.

Se deciderete quindi di firmare, non limitatevi a mettere la vostra firma ma “adottate” questa petizione come se l’aveste proposta voi: pubblicizzate, condividete sui social network, postate nei blog e nei forum, spammate tutti i vostri contatti. Chi sa dire che potrebbe succedere se si raggiungesse il milione di firme? Firma la petizione.

 

 

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