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Perlasca: un eroe dimenticato e indimenticabile

"Giorgio Perlasca. Un italiano scomodo", è il libro che ricostruisce la storia di un eroe ignorato dai poteri del dopoguerra, attraverso l’intervista del giornalista australiano Dalbert Hallenstein e il contributo della giornalista padovana Carlotta Zavattiero (www.chiarelettere.it, 2009).

Perlasca: un eroe dimenticato e indimenticabile

Perlasca fu l’eroe italiano che, come il famoso Schindler, salvò molti ebrei dall’odio sanguinario dei nazisti. Fingendosi un diplomatico spagnolo salvò più di 5.200 ebrei del ghetto di Budapest. Però Perlasca per troppi anni fu completamente ignorato dallo Stato italiano e dallo Stato del Vaticano. Del resto la Chiesa cattolica “nei diversi periodi storici ha preferito adeguarsi, e durante il fascismo si è adeguata al fascismo: le legioni che partivano per la Spagna ricevevano la benedizione del Papa perché andavano a combattere il comunismo. Però oggi nessuno lo ammette” (il figlio Franco Perlasca, p. 14).

Inoltre, Giorgio Perlasca rispose in maniera non ortodossa ad una intervista rilasciata al Tg1. Alla domanda, “Ma lei è stato spinto a fare ciò che ha fatto perché è cattolico e cristiano?”, rispose: “No, l’ho fatto perché sono una persona!”. Forse “la risposta desiderata era: “Sono cristiano, sono cattolico; e quindi sono buono”. Il che non ha senso, perché non è l’appartenenza religiosa a garantire l’integrità morale di un individuo. Penso che mio padre abbia pagato cara quella sua sincerità” (Franco Perlasca, p. 15).

Ad avviare la valorizzazione storica delle azioni di Giorgio Perlasca non furono autorità politiche e religiose, ma un gruppo di donne ungheresi. Poi vennero i giusti riconoscimenti da parte di Ungheria (conseguì l’Ordine della Stella d’Oro del Parlamento), Israele (fu proclamato Giusto tra le Nazioni), Spagna, Stati Uniti e Svezia. Nonostante le difficoltà economiche Perlasca non accettò mai soldi dalle persone che aveva salvato e affermò: “Mi volevano offrire dei soldi che non ho accettato, pur avendone un bisogno estremo, perché sentito che se l’avessi fatto avrei rovinato tutto: l’aspetto economico doveva restare fuori da questa storia, i soldi l’avrebbero svilita” (p. 20).

Comunque giunsero anche i riconoscimenti italiani, con estremo ritardo, come sempre accade in Italia, data la lentezza mentale e i deficit morali e intellettuali dei vecchi potenti pervertiti dai troppi anni passati al potere. L’allora Presidente della Repubblica Cossiga lo ricevette per un breve colloquio al Quirinale… Cossiga lo ringraziò come “uomo e come italiano” per ciò che aveva fatto. Qualche tempo dopo Perlasca ricevette a casa, per posta, il diploma di Grande ufficiale della Repubblica, accompagnato da una lettera in cui si faceva presente che, se voleva la medaglia, avrebbe dovuto acquistarla” (p. 6). Sì… avete completamente ragione: i poteri decrepiti e malati che si aggirano da troppo tempo nella penisola italiana fanno davvero schifo o pietà a seconda dei casi.

Per fortuna Luciana Amadio si occupa della gestione della Fondazione Perlasca per spingere “i ragazzi a considerare l’aspetto multiculturale della vicenda. Giorgio Perlasca è un uomo che ha salvato persone che non erano né della sua stessa religione, né del suo Paese. Erano esseri umani. Chi ha il senso della giustizia, e lui lo aveva, sa che cosa è giusto fare… Credo che chiunque l’abbia conosciuto sia rimasto affascinato da come si comportava: lui era sempre uguale, sia che si rivolgesse all’ambasciatore, sia che parlasse con l’usciere. Era sempre sé stesso, fedele al suo modo di essere, che nessuno riusciva a cambiare. Era un uomo particolare… Mio suocero è una figura che piace molto ai ragazzi, perché non aveva potere e se l’è preso per fare qualcosa di utile”. Molti ragazzi hanno visto il film “Perlasca. Un eroe italiano” di Alberto Negrin (2002).

Dunque Giorgio Perlasca non era la persona che poteva obbedire senza riflettere agli ordini di un partito o di una religione rese cieche dal furore del potere e delle gerarchie umane. Era un italiano senza tempo che è diventato un esempio per i giovani europei dei prossimi tempi.

Per saperne di più: www.giorgioperlasca.it (31 gennaio 1910-15 agosto 1992).

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