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 Home page > Tribuna Libera > Perché voterò per Barbara Spinelli e Alexis Tsipras

Perché voterò per Barbara Spinelli e Alexis Tsipras

Conferenza stampa di presentazione dei candidati e del logo delle liste L'Altra Europa con Tsipras

Faccio un endorsement aperto per Barbara Spinelli, capolista per “L’Altra Europa con Tsipras” per il centro Italia. L’infima legittimità e rappresentatività del sistema dei partiti spingerebbe verso l’astensione o, in subordine, per un voto tutto governista al PD, che è l’unica forza politica strutturata che resta nel paese, e non è poco, o di protesta per il M5S, rappresentato dal complesso disinformativo industriale come un’orda di unni alla quale contrapporre un’Union sacrée per la salvezza della democrazia.

Con evoluzioni, modifiche, tentativi ed errori, i dirigenti riuniti sotto l’ombrello di Alexis Tsipras sono per lo più reduci dalle catastrofiche esperienze dei vari arcobaleni e rivoluzioni civili, che hanno massacrato un’area politica da sempre viva nel paese e nella quale si ritrovano movimenti e spezzoni importanti della società civile. Tali gruppi dirigenti sarebbero responsabili anche di un eventuale ennesimo fallimento e si potrebbero dettagliare a lungo dubbi e fastidi che tali cartelli eterogenei suscitano, sempre a metà strada tra l’isolazionismo e la tentazione di farsi cooptare dal PSE, voglia forte in particolare in SEL.

Le debolezze dell’ennesima coalizione a sinistra del PD sono tante e tuttavia ritengo la lista Tsipras come quella in grado di rappresentare al meglio il bene collettivo rappresentato dall’UE. L’Europa politica, ancor di più dopo questi anni di crisi e di tentazioni solipsiste, mi appare l’unico bene superiore sul quale ricostruire le fondamenta di una convivenza civile demolita dalla dittatura neoliberale che ci domina, dalla BCE alla troika. Nel mondo multipolare sortito dal tracollo del neoconservatorismo statunitense non c’è infatti un solo problema, dal lavoro, all’ambiente ai diritti, che non vada necessariamente declinato in un contesto sovranazionale e, nel nostro specifico, europeo.

In questo mi sento garantito dal percorso politico europeista di Syriza, il partito di Tsipras. In una sinistra greca distrutta dalla pluridecennale connivenza del Pasok con il modello neoliberale, ci voleva grande saldezza per non cedere a tentazioni antieuropeiste e grande visione per un processo di accumulazione di forze che appare destinato ad andar lontano. Oggi Syriza è probabilmente l’esperienza politica più moderna della regione e un’ipotesi concreta di sinistra possibile per un’intera Europa che continua a vivere la crisi di idee e di autonomia dalle destre dei partiti che si riconoscono nell’Internazionale socialista e nel PSE e che si riconoscono nella candidatura di Martin Schultz.

Mi riconoscerei con maggior difficoltà in opzioni sovraniste come quella del Front de Gauche francese e sono sommamente preoccupato dall’avanzata delle destre, le canaglie leghiste e neofasciste che speculano sulla crisi vendendo odio, discriminazione e ridicole piccole patrie in un contesto mondiale nel quale perfino la grande Germania non è altro che una piccola Heimat.

Tutte insieme, con una presenza parlamentare che si annuncia forte come mai, le destre proveranno a produrre ulteriori lacerazioni nel continente dilaniandolo in una messe di veti, esclusioni, muri che, oltre che verso l’esterno, si ergeranno anche all’interno rimettendo in discussione un’idea stessa di modernità. Voglio più Schengen (per tutti), più Erasmus, più Euro ma l’Europa (innanzitutto per le colpe dei neoliberali di ogni colore) va difesa perché non è una conquista irreversibile e non voglio che la valigia di cartone torni a essere un simbolo del nostro futuro.

Per tutto ciò, per l’ancoraggio alla cultura europeista accoppiato alla critica dell’Europa che c’è, il voto a Tsipras mi pare più desiderabile della difficile scelta dell’astensione. Considero infine Barbara Spinelli la più lucida giornalista italiana. La sua cultura personale e la sua presenza nella lista Tsipras testimonia quanto il Partito Democratico si sia allontanato dall’europeismo dei diritti per sposare l’Europa dei mercati. Col mio voto la ringrazio di avermi educato all’Europa per almeno trent’anni.

Spero nel quorum, anche se i tempi resteranno comunque cupi.

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