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Perché si scende in piazza? Le vere manifestazioni erano quelle sulla mafia e la difesa dell’acqua

La piazza come centro di raccolta delle persone per i più svariati motivi tra cui quelli sociali e politici è una invenzione greca. Era l’agorà, il centro della città, da cui il nome di questo sito, Agoravox, mescolanza di greco e latino, "la voce della piazza". In questi giorni in Italia si rende onore all’invenzione dei Greci: in particolare il 20 marzo ci sono state tre grosse manifestazioni, di cui, se ho imparato qualcosa dalla storia, due lasceranno una traccia, una un po’ meno. Per cui non parlerò della manifestazione del PDL e compagnia bella di cui francamente poco mi importa, ma parlerò di altre due manifestazioni che veramente incidono e incideranno sulla nostra vita.

Perché si scende in piazza? Le vere manifestazioni erano quelle sulla mafia e la difesa dell'acqua

Sabato mattina, 20 marzo, alla vigilia della primavera a Milano c’è stata la quindicesima manifestazione indetta dall’associazione Libera per ricordare le vittime innocenti delle mafie. Il ricordo non è fine a se stesso, il ricordo di chi è morto e la testimonianza di chi ha perso una po’ della sua vita perdendo un familiare sono, devono essere sprone all’azione di tutti contro questo fenomeno di cui l’Italia ha il poco invidiabile primato. Quello che don Ciotti, instancabile fondatore di Libera, va dicendo è che non solo la politica (ma anche) deve lottare contro le mafie, non solo i magistrati, le forze dell’ordine, ma tutti i cittadini, tutti noi. Va sconfitta la mentalità mafiosa che non è solo siciliana, campana o calabrese, ma si diffonde pericolosamente così come si diffondono in tutta Italia (e nel mondo) le mafie. Scegliere Milano, infatti, non è stato casuale, le mafie investono al nord, ormai lo si sa. Tante e tante cose si sanno e si tacciono. Non è incredibile?
 
Siamo tutti un po’ mafiosi, non c’è niente da fare, e più entriamo in questa mentalità di corruzione, di assuefazione, di illegalità più perdiamo in dignità, così ci lasciamo governare (governare un verbo bellissimo pieno di cura, di tenerezza persino) da un premier comunque sospettato di mafia, chiamato in causa insieme ai suoi più fidati collaboratori in diversi processi.
 
La manifestazione di Milano ci dice che anche al nord siamo affondati in un sistema perverso di cupidigia (la lupa di Dante che “ (…) dopo ’l pasto ha più fame che pria”) che oltre a tutto il resto genera la corruzione. In un’intervista televisiva don Ciotti ha detto due cose impressionanti: che nel 2006 il governo Prodi fece una legge per cui anche ai corrotti si dovevano confiscare i beni: che fine ha fatto questa legge? Ha anche detto che il 36% dei beni confiscati alla mafia è in mano alle banche (ipotecato), dunque perduti per la legalità.
 
Quando a Milano si finiva di leggere l’interminabile elenco di vittime innocenti della mafia (perché dire i nomi è dare concretezza al dolore, mostrare il volto violento delle mafie e dare conforto a chi resta), presumibilmente (mi piace immaginare così) si muoveva un altro corteo, iniziava un’altra manifestazione. A Roma si manifestava per il diritto all’acqua. “Umile et casta”, ma soprattutto preziosa, come diceva San Francesco che sulla natura la sapeva lunga!
 
Anche qui molte persone, anche qui tra i promotori un prete, padre Alex Zanotelli, tutti a dire: “No alla mercificazione della creatura più sacra”.
 
Benedetta quest’acqua che scorre dal mio lavandino, io abito in una valle verdissima perché (soprattutto un tempo) molto piovosa. Ora l’acqua scorre meno perché ci sto attenta, perché quando bevo un bicchiere d’acqua mi pare di fare una comunione; perché bere è naturale quasi come respirare, ma non per tutti. Bevo ringraziando per un dono così meraviglioso e rammaricandomi per tutti coloro che non possono goderne.
 
E così anche questa sacralità potrebbe essere profanata in nome del mercato, della cupidigia, la lupa di Dante (gran profezia della poesia) che torna e lega le due manifestazioni.
 
Non so come andrà a finire se le mafie saranno sconfitte, se la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua sarà vinta, ma in questa giornata le due manifestazioni hanno portato qualcosa davvero di sacro alla nostra attenzione, non lasciamoci irretire dai numeri di altre piazze, dalle ciance, dalle immagini di persone che passeranno e, appena passate, saranno dimenticate a causa della loro piccolezza.
Siano rese grazie piuttosto a chi ha manifestato contro le mafie e per la difesa dell’acqua, grazie a chi ha manifestato per la vita.
 
E dopo i ringraziamenti rimbocchiamoci le maniche.

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