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 Home page > Tribuna Libera > Perché dovremmo abolire il reato di clandestinità

Perché dovremmo abolire il reato di clandestinità

Non solo dovremmo abolire immediatamente il reato d’immigrazione clandestina: dovremmo cercare di aiutare in tutti i modi quei profughi (perché questo sono, e spesso con diritto d'asilo) nella loro traversata verso la speranza

Perché? Perché è giusto e lo sappiamo benissimo; lo sentiamo, senza neppure doverlo pensare. Non c’è bisogno di scomodare Kant per affermarlo; dobbiamo solo ricordarci della nostra umanità. E della loro.

"Ma uno di noi non ha occhi? Uno di noi non ha mani, organi, misure, sensi, affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo, non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un cristiano? Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate, noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo? E se ci fate un torto, non ci vendicheremo? Se noi siamo come voi in tutto vi assomiglieremo anche in questo".

È il monologo di Shylock, nella prima scena del terzo atto del Mercante di Venezia. Solo ho posto “uno di noi”, dove Shakespeare aveva scritto “un Ebreo”. L’ho fatto, ma non ho tradito il testo. Sono parole che valgono per qualunque uomo. Che potrebbero dirci quelli sui barconi. Che potremmo dire noi se fossimo, con le nostre famiglie, al posto loro. E basta un rivolgimento della Storia, perché accada.

Le ragioni di cui abbiamo bisogno per agire sono tutte lì. Compresa quella di non lasciare ai nostri figli la maledizione di un debito di sangue.

Per lasciare le cose come stanno, invece, servono tutti quegli pseudo-ragionamenti che sta esibendo la nostra peggior politica; tutte le falsità diffuse dal nostro populismo più plebeo. Dire che la nostra disumanità serva a fermare un'invasione, quando solo il 5% dei clandestini arriva in Italia via mare. Dire che dobbiamo proteggerci dalla criminalità dilagante, quando siamo reduci dall’anno con meno omicidi di sempre; quando le bianchissima Italia dei nostri bisnonni era dieci volte (sì: dieci volte. E basta controllare le statistiche del Ministero degli Interni) più violenta di quella in cui ci troviamo a vivere.

Una politica che diventa spregevole, quando, sui morti, arriva a fare apertamente discorsi di opportunità elettorale; che diventa vigliacca quando condiziona, in qualunque modo, quelli che dovrebbero essere valori fondanti dell'umanità prima che della civiltà. Una politica che ci ha già coperto d’infamia, violando consuetudini ancor più antiche di qualunque legge, andando contro l’istinto più elementare della gente di mare, quando è arrivata a proibire di dare assistenza ai naufraghi.

Macchie sull’onore dell’Italia; leggi approvate in nome nostro e per nostro conto fatte rispettare, che vanno contro tutto quello in cui crediamo. A meno che siamo diventati dei mostri; a meno che della nostra anima, frantumata da questa modernità d’accatto, che da popolo ci ha fatto diventare platea di spettatori ed insieme di consumatori, non resti davvero più nulla.

Foto: Gisella g/Flickr

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