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Per abolire l’IMU, aumenterà la tassazione sui giochi. Evviva!

Il premier Enrico Letta, ha detto alla conferenza stampa di ieri, che le coperture per il decreto che cancella l'IMU per il 2013, arriveranno anche da "una tassazione sui giochi e sull'imprese che ruotano sul gioco". Limitare l'espandersi delle sale da gioco, limiterebbe grosse problematiche sociali legate al gioco d'azzardo legalizzato, e potrebbe essere uno dei lati positivi dell'abolizione della tassa sulla casa.

La soddisfazione di Enrico Letta - che prolunga il contratto di mandato - è seconda soltanto all'esultanza di Angelino Alfano, che non frena l'esultanza per il raggiungimento dell'obiettivo di campagna elettorale. In un tweet. 

@angealfa: "Cdm: missione compiuta! Imu prima casa e agricoltura 2013 cancellata. Parola Imu scomparirà dal vocabolario del futuro"

Al di là dell'anomalia tutta italiana, per cui il compimento del primo punto di programma del Pdl - l'abolizione dell'IMU - è stata permessa dal partito oppositore, ed al di là della mia personale opinione per quel che riguarda l'IMU, va detto che in tutto questo c'è anche del buono.

E - il buono - non è nel mantenimento della stabilità della maggioranza e della fine della retorica della "crisi di governo" innescata ultimamente dai quotidiani italiani. E non è che ce ne sia granché, anche perché come fa notare Ivan Malavasi presidente di Rete Imprese Italia - che si è detto "deluso" - "il governo non ha ritenuto di alleggerire l’Imu alle imprese per capannoni, laboratori e negozi, che non è sicuramente un buon viatico per l’autunno". E magari lì, ce n'era anche più bisogno.

Ma un aspetto sicuramente positivo c'è, in via indiretta ma nemmeno troppo: il premier Letta ha detto che aumenterà la tassazione sui giochi (d'azzardo) e sulle imprese che ruotano sul gioco.

Bene!

Il gioco d'azzardo legalizzato è diventato un immenso problema sociale - ne avevo ampliamente parlato in un post sul mio blog, che ha avuto discreto successo, anche grazie alla preziosa collaborazione del presidente dell'associazione culturale Libere Frequenze, Francesco Balducci.

La situazione sta raggiungendo valori estremi: l’Italia occupa il primo posto in Europa e il terzo posto al mondo (!) tra i Paesi che giocano di più (dati ufficiali AAMS, Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, Dossier Azzardopoli di Libera e Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo)

La capillarizzazione dei punti di gioco (slot machine, videopoker, e via dicendo) è vasta: ormai chiunque, minori compresi, possono raggiungerli. Come sottolinea con forza l’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio (ALEA), “la 'polverizzazione' del gioco d’azzardo determina una situazione tale per cui la contiguità con esso può essere raggiunta dal minore all’interno delle migliaia di bar, edicole e tabaccherie che ospitano in modo promiscuo apparecchi newslot e simili”.

I mali sociali aumentano: è stato osservato il fenomeno della proliferazione dei compro-oro nelle prossimità delle sale da gioco, tanto che pochi giorni fa la Regione Lombardia ha dovuto esprimersi vincolandone i limiti di vicinanza. D'altronde fatti di cronaca come quelli avvenuto a Niscemi a maggio, con il collaboratore scolastico di 56 anni che ha "sottratto" una collana in una gioielleria per poi rivenderla ad un compro-oro e giocarsi tutto al videopoker, sembrano diventati ordine del giorno.

Occorre una regolamentazione più ferrea: inasprire la tassasazione ne è parte. Per scongiurare il virus di sicuro serve comunque di più: più controlli, e normative anche punitive, per quei "gestori irresponsabili". Formazione: strutturare gestori e dipendenti delle sale, in modo da permettere loro di riconoscere i limiti della compulsione, della dipendenza, nei clienti. E invitarli, incitarli, obbligarli, a denunciare tutto alle competenti strutture sanitarie.

Anche perché Il GAP (gioco d'azzardo patologico) conosciuto come "ludopatia", è una seria patologia psichiatrica classificata dal DSM IV (bibbia internazionale della psichiatria, per capirci). Si parla di "disturbi degli impulsi", dipendenza comportamentale simile alla tossicodipendenza.

Una volta mi si fece notare, che il controllo su certe strutture era un'attività illiberale: illiberale. Si impediva al singolo di esprimersi, di fare quello che voleva: se poi passa il limite il problema è suo, mi è stato detto.

È pieno, #adesso, di liberal(i) de noantri. Gente che non conosce il confine tra Stuart Mills e il Sert, tra il controllo e la condivisione, tra il bene e il male - discernimento, moderno.

La libertà è inviolabile, sia mai. Il liberalismo, però si ferma quando quella libertà diventa un male. Il liberalismo è fatto di regole, non è anarchia.

E se proprio vogliamo razionalizzare, matematicizzare, rapportare tutto in matrici, numeri, freddi e asettici, allora il liberalismo va interpretato anche in un modo ulteriore. La libertà si ferma, quando diventa un costo sociale: costo economico, di mantenimento di strutture di disintossicazione e recupero, pubbliche. In cui chi di quella troppa libertà non ha saputo godere - e sono tanti, ahimé! - e ha ceduto ed ecceduto alle Sirene, deve rimettersi in sesto. Il costo sociale, stavolta non economico, di un ragazzo di 19 anni che si uccide - è successo ad Ischia, pochi mesi fa - perché aveva debiti di gioco, è invece incalcolabile.

La libertà va gestita, istruita, insegnata, accompagnata. Non tutti siamo in grado di controllarci, non tutti abbiamo gli stessi strumenti sociali e culturali, le stesse conoscenze, fino allo stesso carattare e personalità. Non tutti siamo uguali, per questo le leggi devono esserlo - e permettere l'equità.

Non c'è libertà che regga davanti al male. Il compito di uno stato, è di fare in modo che i propri cittadini vivano una vita migliore ogni giorno. Sicurezza e serenità: ditelo alle famiglie di quei ludopatici, se sono felici della lora libertà.

Il liberalismo si sta riempendo di retorica stanca e spesso confusa: come accade da noi con le cose che vanno di moda.

E se l'abolizione dell'IMU, con l'aumento della tassazione sulle sale da gioco, dovesse servire a fermare la pandemia del fenomeno, ben venga (fermo restando che continuerò a pensare, che si trattava di una tassa giusta, da rimodulare, ma giusta). Le leggi - che non sono strumenti che limitano la libertà, ma l'aiutano - servono a questo.

E in certi casi - entrambi, per essere ermetico - me ne frego della libertà (e del suo Popolo).

@danemblog

Letture:

Gioco regolato o Paese bisca?

- Abolire l'Imu è antisociale

Foto: Cordey/Flickr

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